Giannoni, al via il piano di formazione

Parte giovedì il programma di formazione e riqualificazione professionale per dare un futuro agli operai della Giannoni, a rischio di licenziamento a marzo, al termine dell’anno di applicazione del contratto di solidarietà in vigore in azienda. In pericolo sono 90 posti di lavoro su 182 lavoratori, il 50 per cento circa, mentre al programma di formazione voluto da sindacati e azienda aderiscono in forma volontaria 37 lavoratori.

Il progetto è stato proposto dai sindacati provinciali, i segretari di Fiom Cgil Giovanni Ranzini e di Fim Cisl Laura Zangara, dall’ente formatore Ial Cisl e dalla società di outplacement Career Counseling, con sede a Lodi. Dopo la presentazione del piano a settembre e l’assenso definitivo dell’azienda, a inizio ottobre è stato firmato l’accordo. Tecnicamente la società Career Counseling si occuperà dell’analisi del bacino occupazionale utilizzando i 30 mila euro circa di fondi accantonati a scopo di formazione continua dall’impresa e da trattenute (minime) sui salari dei lavoratori, mentre per il piano di riqualificazione vero e proprio varato a cura di Ial e Career Counseling, l’azienda accederà al finanziamento previsto nel bando regionale di Fondimpresa per un contributo fino a 100 mila euro.

Giovedì la società Career Counseling comincerà l’analisi dei fabbisogni dei lavoratori aderenti attraverso almeno 3 ore di colloquio individuale con ogni lavoratore per stabilire competenze pregresse dell’operaio, aspirazioni e potenziali campi di interesse. In totale saranno realizzate 142 ore di colloqui entro dicembre e interesseranno tutti i 37 volontari. I colloqui si svolgeranno fuori dall’orario di lavoro in una sala del municipio di Marudo messa a disposizione dall’amministrazione comunale.

Questa analisi è preliminare alla definizione dei corsi di formazione e riqualificazione professionale che saranno poi eseguiti dallo Ial nel periodo compreso tra gennaio e marzo. Contemporaneamente l’azienda specializzata in outplacement Career Counseling sonderà il mercato del Lodigiano e del Sudmilano a caccia di occasioni occupazionali per gli operai così riqualificati. Lo scopo è quello di arrivare a marzo, quando gli esuberi potrebbero diventare realtà, con figure professionali pronte a riposizionarsi sul mercato del lavoro con nuove competenze. In questo modo l’impatto sociale degli esuberi potrebbe essere calmierato da eventuali uscite volontarie degli operai riqualificati.

L’adesione al piano di riqualificazione non comporta di per sé alcuna valutazione riguardo la possibile uscita dall’azienda, che dovrà comunque essere trattata in sede sindacale o dai singoli lavoratori. Insomma, ci si prepara al peggio, sperando che invece le condizioni di mercato migliorino e gli esuberi possano essere scongiurati.

Andrea Bagatta

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