Fuoristrada mortale a San Martino,

i sopravvissuti: «È colpa di un pirata»

Tutta colpa di un’auto “maledetta” che ha sbandato. I due medici del Policlinico di San Donato sopravvissuti allo schianto di venerdì notte sulla via Emilia, all’altezza di San Martino, costato la vita al giovane olandese Willem Jasper Von Keulen e all’egiziano di 39 anni El Baghdady Hisham, dopo un momento di shock hanno ricordato gli attimi che hanno preceduto il drammatico schianto e non hanno dubbi. Un’auto “pirata”, con i fari abbaglianti accesi, ha sbandato a forte velocità verso di loro e così il conducente della Fiat 500 (l’egiziano 39enne) per evitare l’urto frontale ha sterzato verso destra andando a finire con le ruote fuori dalla carreggiata. A quel punto la piccola auto è volata fuori strada trasformandosi in un ammasso di lamiere.

«Oggi si respirava un’aria molto triste in reparto - spiega il dottor Alessandro Frigiola, responsabile di cardiochirurgia nell’istituto alle porte di Milano -. Il 39enne egiziano, in particolare, lavorava qui da molti anni come rianimatore e tutti gli volevano bene. Fino a venerdì sera, prima di uscire, era qui a scherzare con i colleghi». L’uomo viveva con la moglie a Lecco e proprio nella città sul lago saranno celebrati i funerali.

L’altra vittima invece era in Italia solo da otto giorni. Si tratta di un 27enne olandese, mandato a San Donato per uno stage di specializzazione da uno dei più importanti centri americani di ricerca, la Harward School, che seleziona i migliori ricercatori in tutto il mondo. «Aveva appena iniziato uno stage di sei mesi - aggiunge il dottor Frigiola - era stato scelto per una borsa di studio». I suoi genitori sono arrivati in Italia nei giorni scorsi e naturalmente porteranno la salma in Olanda per il funerale. Prima, però, hanno autorizzato l’espianto di tutti gli organi “sani” per la donazione.

Gli altri due medici presenti sull’auto (il gruppo era andato a Brembio a sentire suonare alcuni amici in un locale) si sono salvati e ora sono fuori pericolo, anche se sono ancora ricoverati in osservazione negli ospedali di Rozzano e Codogno. Si tratta del cardiochirurgo di origine irachena M.S.T.M.A.A. di 31 anni e del 29enne tunisino J.B. All’inizio i due non ricordavano nulla dell’accaduto, ma poi si sono ricordati di quei fari piombati su di loro mentre viaggiavano verso Lodi. L’auto, che poi non si è fermata, viaggiava a forte velocità e ha invaso la loro corsia di marcia, così il conducente ha sbandato per evitarla. A quel punto, nei pressi della rotonda della Pergola, sono finiti fuori strada e due stimati medici hanno perso la vita.

Il racconto dei sopravvissuti lascia pochi dubbi: l’incidente che ha causato la morte dei due giovani medici del Policlinico di San Donato è stato causato da una vettura pirata. La 500 su cui viaggiavano i dottori è finita fuori strada a San Martino per evitare un’altra macchina che, a fari abbaglianti accesi, ha sbandato ad alta velocità proseguendo poi la sua corsa

© RIPRODUZIONE RISERVATA