
Cronaca / Centro Lodigiano
Martedì 19 Luglio 2011
«Eravamo troppo bassi, è stato un errore»
Lo schianto contro l’albero, poi la caduta nel giro di pochi secondi
«Eravamo troppo bassi, abbiamo cercato di fare una manovra di correzione. Ma ci siamo schiantati contro un albero e siamo finiti giù. Per fortuna non siamo precipitati in acqua. Altrimenti forse non sarei qui a parlare». La testimonianza è di Roberto Ragazzoni, uscito quasi illeso dopo il drammatico incidente aereo di domenica. Si trovava a bordo di un ultraleggero che è caduto sulla riva del canale Muzza, in territorio di Cornegliano Laudense. Residente a Rovigo, dove gestisce anche la pista di volo in località Sant’Apollinare, Ragazzoni dopo le prime cure in ospedale a Lodi è stato dimesso e ieri ha avuto la forza per raccontare tutto.
La partenza dall’aviosuperficie di Rovigo era avvenuta verso le 10.50. La destinazione era la pista di Cornegliano, che i due esperti di volo avevano quasi raggiunto. Il Tecnam P92 era guidato da Massimo S. di 64 anni e al suo fianco Ragazzoni di 45 anni, entrambi veneti. «Domenica avevamo scartato una gita sulle Alpi per paura del brutto tempo - ricostruisce quest’ultimo - . Per correre meno rischi, abbiamo puntato sulla pianura. Ed è successo quel che ormai è noto. Verso mezzogiorno eravamo già in fase di atterraggio, avevamo anche avvisato che stavamo per arrivare, quando ci siamo accorti che avevamo impostato male le manovre per la discesa. Ci siamo resi conto che volavamo troppo in basso, abbiamo sentito un rollio a destra e sinistra, e abbiamo fatto una manovra per correggere. Un intervento necessario per impedire che il velivolo precipitasse ma siamo finiti contro un albero». Un’ala si è spezzata, l’aereo si è girato ed è crollato sulla riva del canale, ad un pelo dall’acqua. «Escludo che possa esserci stato un problema al motore, visto che ha riposto molto bene quando è stata impostata la virata d’urgenza - aggiunge Ragazzoni - non mancava nemmeno la benzina, che avevamo a sufficienza. É stato quindi un errore, che abbiamo tentato di raddrizzare. E alla fine ci è andata bene di non finire nel canale». Il passeggero se l’è cavata con leggere lesioni, mentre Massimo S. di 64 anni, che era ai comandi dell’ultraleggero è ricoverato in prognosi riservata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Lodi. Dopo il tragico incidente è ancora sotto stretta osservazione, ma le sue condizioni non sono considerate gravissime.
Intanto la carcassa dell’aereo è sotto sequestro, in attesa di verifiche da parte dei carabinieri.
Per ora non risulta aperta alcuna inchiesta sull’accaduto. Rimangono gli attimi di quella terribile caduta, che Roberto Ragazzoni non dimenticherà facilmente: «Mi sono rannicchiato. Non ho avuto nemmeno il tempo di avere paura. Tutto è successo nel giro di pochi secondi - confida - ho realizzato che a pochi metri dall’aereo c’era il canale soltanto quando sono uscito. Massimo era riuscito ad aprire lo sportello da solo e io sono stato aiutato da un ragazzo che c’era sul posto e poi siamo stati soccorsi. Il timore non era tanto l’acqua, ma l’eventualità di un’esplosione. Per questo ho cercato di fare tutto il più velocemente possibile». Alla fine sono stati i pompieri che hanno messo tutto in sicurezza e sullo sfondo si sono sentite solo le sirene delle ambulanze.
Matteo Brunello
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