Ecowatt: «17 ragioni per dire no»

Diciassette ragioni per dire no all’ampliamento del termovalorizzatore Ecowatt di Vidardo. Sono contenute nel documento che la minoranza di Vidardo Viva ha consegnato al consiglio comunale. Svariate le motivazioni presentate da Emma Perfetti, Giovanna Cantoni e Franco Bertolotti: si va da osservazioni di carattere urbanistico a ragionamenti sul controllo delle emissioni.

Solo per fare un esempio, Vidardo Viva sottolinea che «il Piano di governo del territorio di Vidardo vigente dal 23 marzo 2011 indica che Ecowatt ricade in area con attività incompatibile con la destinazione di zona». E ancora: «Ci troviamo di fronte a un impianto posizionato a ridosso della zona residenziale di Vidardo - sottolinea il gruppo di minoranza -, ad una distanza di 190/200 metri per le abitazioni di via Mazzini e a 250/300 metri in direzione nord ovest. L’impianto è a poche centinaia di metri dalla scuola materna e dalla scuola primaria. Anche a sud dell’impianto, nel Comune di Sant’Angelo, esiste un complesso scolastico costituito da scuola primaria e secondaria e dalla scuola dell’infanzia».

Nutrito poi il capitolo dei controlli ambientali. Ecco le osservazioni più interessanti. «Non sono presenti sul territorio - dicono da Vidardo Viva - centraline di rilevamento specifiche per le emissioni di fumi e di polveri sottili e pesanti adatte a un impianto come quello Ecowatt e quindi non si è a conoscenza delle effettive emissioni di questo inceneritore».

«L’unica centralina esistente monitorata da Arpa - aggiunge il gruppo di minoranza - prevede il controllo delle emissioni di ossidi di azoto, mentre per impianti di questa tipologia fra gli inquinanti emessi troviamo metalli pesanti, diossine, arsenico, berillio, cadmio, cromo, nichel, benzene e piombo».

Altri due punti. Il primo: «Lo studio di ricaduta inquinanti presentato da Ecowatt fa riferimento a centraline posizionate a diversi km di distanza, Lodi e Tavazzano». La seconda: «I rilievi e i monitoraggi costanti forniti dalla sonda posizionata nel camino dell’Ecowatt non consentono un controllo adeguatamente ampio degli inquinanti (ad esempiometalli pesanti e diossine, ndr). Alcuni rilevamenti più completi, che invece Ecowatt ha l’obbligo di presentare trimestralmente ad Arpa, vengono redatti a cura esclusiva dalla società stessa».

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