Due associazioni contro l’asta dei cavalli

Denuncia e appello alla procura dall’Ihp di Firenze e dalla Lav

«Annullate l'asta giudiziaria di quei cavalli»: l'appello, a una settimana dal terzo tentativo da parte dell'Ivg di Pavia e Lodi di aggiudicare sei equini (diventati 7 per la nascita di un puledrino) pignorati dai creditori ai titolari di un allevamento di Borgo San Giovanni, arriva dall’associazione Italian Horse Protection Association di Montaione (Firenze), che ha scritto al procuratore capo Armando Spataro sottolineando che “questi esseri senzienti meriterebbero un trattamento rispettoso della loro dignità e non di essere messi all'asta come oggetti”.

“L’opinione pubblica nel nostro Paese - prosegue l’associazione - considera sempre di più gli equini come animali di affezione: confidiamo che questo venga da lei tenuto in debita considerazione e che prenda gli adeguati provvedimenti per garantire un futuro sereno a questi animali, iniziando con l'annullare l'asta”. «Già altre volte ci è capitato di imbatterci in cavalli mandati all'asta - spiega il referente dell'associazione fiorentina, Sonny Richichi -: il nostro auspicio è che tale pratica venga vietata per legge. Tra l'altro, se può avere economicamente un senso per cavalli da corsa, in questo caso si parla di una base d'asta di 600 euro. A mio parere una somma ridicola, se paragonata alla sofferenza che si rischia di causare a questi animali». L’associazione fiorentina gestisce l’unico centro riconosciuto in Italia per cavalli maltrattati. «C’è anche un altro problema che andrebbe risolto nel nostro Paese - aggiunge Richichi - ed è quello degli animali maltrattati che vengono sequestrati penalmente e quindi affidati in custodia allo stesso padrone che è indagato per i maltrattamenti».

L’appello si aggiunge a quello della Lega Antivivisezione, che il mese scorso aveva sollevato il caso dei cavalli di Borgo: «Erano in pessime condizioni - ricorda il coordinatore regionale Lav Simone Pavesi - a nostro parere per mancanza di personale e risorse nella cascina. Come associazione, grazie ai nostri volontari, abbiamo già speso 2mila euro per cure e mantenimento, resi possibili grazie alla collaborazione con l'Istituto vendite giudiziarie, e ora i veterinari hanno attestato che stanno meglio. Ma con l'asta potrebbero perfino finire in mano a un macellaio. Sappiamo che ci sono persone amiche degli animali pronte a fare delle offerte, ma la nostra priorità sarebbe quella di un annullamento dell’asta».

Già due volte il “lotto” era stato battuto senza che vi fossero stati compratori. «Abbiamo presentato una denuncia per maltrattamento di animali - ricorda Pavesi - ritenendo che si siano precise responsabilità, e non in una sola direzione. E questo dovrebbe portare al sequestro degli animali e al loro affidamento a soggetti idonei, impedendo di fatto che vadano all'asta». Si tratta di un pony e di capi di razza trottatore italiano. Se fossero stati preparati, forse sarebbero potuti diventare campioni negli ippodromi. Invece sono finiti all'asta per debiti, come se fossero vecchi comò.

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