Dorvos fu ucciso dai calci

Il risultato dell’autopsia sul corpo del manovale

Fu ucciso a calci e morì per una vasta emorragia interna Emil Dorvos, il manovale romeno ammazzato la sera di domenica 20 marzo nel cortile della sua abitazione in località Coste Grossi da quattro connazionali davanti gli occhi della moglie. Sarebbe questa, secondo indiscrezioni, la conclusione dell’autopsia eseguita dai medici dell’istituto di medicina legale di Pavia sul corpo dell’uomo.

Quindi non il violento colpo in faccia inferto con una beola, una piastrella da giardino, ma i successivi calci quando il muratore era a terra avrebbero comportato la morte, sopraggiunta per emorragia interna. Addirittura, i medici avrebbero stabilito con precisione quali furono i colpi letali: quelli inferti al basso ventre.

Un risultato che, se confermato ufficialmente, potrebbe fare chiarezza, ribaltando le ipotesi fatte finora, sulle effettive responsabilità personali dei quattro romeni tratti in arresto per l’omicidio e ancora oggi rinchiusi a San Vittore. Catalin B. 21 anni, riconosciuto dalla moglie come l’autore dell’aggressione con la beola, vedrebbe alleggerita la sua posizione, ma si dovrebbe riuscire a fare chiarezza anche sulle responsabilità di Vincentiu G. di 39 anni, Marius J. di 20 anni e Madelin V. di 31 anni.

Fatto salvo il concorso in omicidio, imputazione che resterà comunque in piedi per tutti, determinare chi fu a causare la morte potrebbe portare a conseguenze anche immediate in termini di istanze di scarcerazione, soprattutto se come sostenuto dalla difesa, almeno uno dei romeni si limitò a guardare e urlare, senza partecipare però materialmente al pestaggio.

Intanto, sul fronte dell’inchiesta, è stato finalmente nominato il perito per gli accertamenti cosiddetti irripetibili, per esempio quelli su materia biologica rinvenuta sul cadavere e in generale quelli che comportano la distruzione del materiale esaminato, quindi non più riproducibile.

Il perito si è preso i canonici sessanta giorni di tempo per depositare la propria valutazione.

Nel frattempo, l’autorità giudiziaria ha disposto il nulla osta per la restituzione alla famiglia della salma, ancora oggi in camera mortuaria all’ospedale di Lodi, a un mese e mezzo dalla morte. Tuttavia, il nulla osta sarebbe vincolato al divieto assoluto di cremazione o di espatrio della salma, ipotesi caldeggiata inizialmente dalla famiglia Dorvos. Il corpo dovrà restare a disposizione dell’autorità giudiziaria per ulteriori accertamenti fino al termine dell’inchiesta.

I funerali si dovrebbero tenere, a spese del comune di San Colombano, all’inizio della settimana prossima. L’amministrazione comunale avrebbe già individuato la tomba provvisoria nella quale inumare il cadavere e la compagnia a cui assegnare il funerale, e si starebbe occupando degli ultimi dettagli burocratici. Le esequie potrebbero avvenire già lunedì o martedì, anche se l’iter sembrerebbe aver avuto un rallentamento proprio all’ultimo minuto.

Sono stati i calci al ventre e non il violento colpo in testa inflitto con una beola del giardino, a provocare la morte di Emil Dorvos, l’operaio romeno 40enne ucciso il 20 marzo scorso da alcuni connazionali nel porticato davanti alla sua abitazione in una cascina di San Colombano

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