Discarica dissequestrata, a Cavenago tornano i rifiuti

Dopo due settimane di camera di consiglio, il tribunale di Lodi ha dissequestrato la discarica di Cavenago d’Adda, cui la Forestale aveva messo i sigilli il 12 marzo dello scorso anno: dall’agosto del 2014 la Provincia di Lodi (all’epoca commissariata da Mariano Savastano e Cristiano Devecchi) aveva autorizzato un nuovo riempimento per 120mila metri cubi di terre di spazzamento e “ingombranti”, e la capacità residua è ora di circa 34mila tonnellate

Ora, come risulta alla procura della Repubblica di Lodi e ai legali di Ecoadda, la società che ha chiesto e ottenuto il dissequestro, il conferimento di rifiuti può tranquillamente riprendere. «La finalità del ricorso è stata di poter migliorare la sicurezza della discarica, riguardo ad esempio alla profilatura e alle impermeabilizzazioni - spiega l’avvocato Andrea Marcora di Milano - dato che il sequestro aveva impedito di completare il progetto».

Il pm Emma Vittorio, titolare dell’indagine che conta tre indagati (ex procuratore speciale ed ex legali rappresentanti della società) per gestione di discarica in difformità dell’autorizzazione e, risulta, anche altre ipotesi tra cui l’avvelenamento delle acque, sta esaminando le motivazioni del dissequestro. La procura valuta di presentare appello. Intanto è al vaglio anche l’istanza degli indagati di compiere ulteriori accertamenti in contraddittorio con gli esperti della procura, che hanno trovato nella discarica rifiuti non consentiti e molti metalli pesanti, a partire dal manganese, nelle acque di falda che passano sotto la montagna di 26 metri di rifiuti. La procura si era opposta al dissequestro ritenendo, tra l’altro, che un ulteriore appesantimento della collina di immondizia possa aggravare il sospettato cedimento del sistema di impermeabilizzazione di fondo.

«L’autorizzazione integrata ambientale non era mai stata sospesa o revocata dalla Provincia - precisa l’avvocato Marcora -, c’erano stati provvedimenti di tipo disciplinare». Già nell’ottobre del 2014 la Provincia aveva sospeso i conferimenti in discarica, contestando il superamento delle quote del profilo in alcuni punti e il superamento di alcuni contaminanti nelle falde. Poi erano arrivati anche la Forestale e i carabinieri del Noe. Nel periodo del sequestro l’attività di recupero del percolato è stata eseguita, sotto la vigilanza della procura. «Dal dissequestro in poi - chiarisce il legale -la vigilanza continuerà, non sarà più competenza del pm ma delle autorità amministrative».

Il presidente della Provincia Mauro Soldati ha subito contattato il liquidatore di Ecoadda (in cui c’è una partecipazione di minoranza della società pubblica della Provincia di Lodi Eal, che è a sua volta in liquidazione): «Valuteremo subito il da farsi in un vertice con Regione e Arpa, puntiamo alla messa in sicurezza e alla chiusura del sito».

«Sono sorpresa da questo dissequestro, di una discarica che al territorio non serve più - osserva l’ex assessore provinciale all’Urbanistica Nancy Capezzera, vicina alle posizioni del comitato No ampliamento discarica - ma resto convinta che il caso Soltarico non finirà a tarallucci e vino. Il comitato ha integrato un nuovo esposto e segnalerà alla corte dei conti che il Comune di Cavenago non risulta aver riscosso oltre 700mila euro della convenzione 2007 - 2013. E non può più farlo: sono scadute le fideiussioni».

Soddisfazione dal socio di maggioranza Waste Italia, che in una nota fa sapere: «Riconosciuto dal tribunale il nostro impegno per l’estromissione dei vecchi manager. Conferiremo la quantità residua di rifiuti nel più breve tempo possibile».

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