Discarica, c’è un’altra indagine

Alla discarica di Cavenago d’Adda l’autorizzazione per l’ampliamento non è ancora arrivata, ma già almeno due settimane fa venivano portati rifiuti in eccesso rispetto ai limiti oggi ancora in vigore: l’Arpa di Lodi, che ha condotto i rilievi, ha provveduto a segnalare il fatto all’autorità giudiziaria, che ha già acquisito degli atti per verificare l’esistenza di un’ipotesi di reato.

L’indagine non ha nulla a che vedere con l’altro filone aperto in procura a Lodi sull’ampliamento del sito e in particolare sulle caratteristiche di portanza, di cui “Il Cittadino” ha dato notizia 15 giorni fa. La verifica è stata condotta da Arpa su richiesta della Provincia di Lodi, che è competente per quanto riguarda i controlli nell’ambito della gestione dei rifiuti e che, attraverso il gruppo Eal, detiene una partecipazione del 20 per cento nella società Ecoadda, che gestisce il sito. La maggioranza è invece della Waste Italia dei fratelli Colucci, gruppo tra i più importanti d’Italia nel settore dei rifiuti, coinvolto anche nell’inchiesta milanese sulla bonifica dell’ex Sisas di Pioltello - Rodano. La conferma arriva dalla direttrice di Arpa Pavia e Lodi Angela Alberici. «La Provincia ci ha chiesto di verificare le quote di rifiuti stoccate, una richiesta di routine che rientra tra le competenze della Provincia - spiega la direttrice -. Le quote di riempimento sono risultate eccedenti quelle autorizzate a oggi con i parametri ancora in vigore, e per questo motivo abbiamo dovuto girare la segnalazione all’autorità giudiziaria. Non spetta a noi determinare se c’è o meno un’ipotesi di reato: abbiamo verificato che i riempimenti sono eccedenti l’autorizzazione e abbiamo avvisato chi di competenza. Peraltro la società Ecoadda ha presentato delle giustificazioni, ma al pari dell’eventuale ipotesi di reato non è competenza nostra stabilire se i motivi addotti sono validi o meno». In pratica, i riempimenti raggiungono già la quota indicata nella nuova autorizzazione, che però ancora non è in vigore. All’inizio di marzo la Provincia di Lodi ha rilasciato il decreto di autorizzazione integrata ambientale per l’ulteriore ampliamento della discarica, con un innalzamento di due metri e mezzo, fino a quota 25 metri, al ritmo di 20mila tonnellate l’anno. L’autorizzazione tuttavia non sarebbe ancora stata perfezionata e non avrebbe validità per un problema legato al rilascio della polizze fideiussorie a copertura dell’eventuale rischio. Di certo, la procura di Lodi ha disposto i primi accertamenti e venerdì scorso pattuglie del corpo forestale dello Stato della Provincia di Lodi sono state tutto il giorno in discarica e se ne sono andate a sera, con una serie di documenti posti sotto sequestro necessari per la verifica dei quantitativi di rifiuti entrati in discarica. Qualora venisse accertato il deposito non autorizzato di quantitativi di rifiuti in eccedenza rispetto a quanto previsto dall’autorizzazione in vigore, l’ipotesi di reato sarebbe particolarmente pesante perché potrebbe rientrare nel traffico illecito di rifiuti, tra l’altro di competenza della Dia. Dalla Forestale e dalla procura al momento non trapela però alcuna informazione.

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