Deve fare la chemio, ma è prigioniera in casa

«Siamo arrivati al punto che anche ammalarsi è diventato un lusso». Il marito di Giovanna (il nome è di fantasia), pronuncia queste parole sull’uscio di casa, una villetta singola di Sant’Angelo Lodigiano, scuotendo la testa, dopo aver raccontato, in compagnia della moglie e della figlia, quanto successo negli scorsi giorni. Giovanna, ammalata e allettata, è costretta a raggiungere l’ospedale di Lodi per le sedute di chemioterapia. Il servizio convenzionato con la Croce bianca non è attrezzato per trasportare la donna e la soluzione sarebbe affidarsi - a pagamento s’intende - a una ditta privata, una di quelle nate negli ultimi anni, con sede a Lodi. Ed è proprio questo il punto, «perché - spiega il marito di Giovanna - non riesco a capacitarmi del fatto che una realtà grande come Sant’Angelo, con 13mila abitanti, non sia in grado di fornire un servizio basilare; non voglio arrendermi a questa situazione, davvero non ci sto».

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