Deposito gas, tempo scaduto

Ci sono solo 24 giorni di tempo. Per allestire il cantiere e iniziare i lavori. Perché l’ultima proroga dell’autorizzazione del ministero dello Sviluppo economico parla chiaro. I lavori per il super impianto di stoccaggio del gas di Cornegliano, in mano ad Ital Gas Storage, devono iniziare entro il 30 giugno 2014. Pena la decadenza dell’autorizzazione a procedere con i lavori e la necessità di una nuova proroga. L’ennesima, come risulta dall’iter procedurale. La prima scadenza per l’avvio dei cantieri, infatti, era fissata al 15 marzo 2012, poi slittata di un anno, al 15 marzo 2013, lasciando intatto però il termine di completamento dell’impianto da 2,2 miliardi di metri cubi di capacità al 15 marzo 2016. La seconda proroga ha portato invece la data di scadenza per l’entrata in azione delle ruspe al 30 settembre 2013, motivando la richiesta con la presenza di due condotte interrate di Snam rete gas da ricollocare e con l’attesa della certificazione della bonifica dell’area. L’ultimo documento - della direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del ministero - fissa il termine per l’avvio dei cantieri entra il 30 giugno 2014 con il completamento previsto entro il 30 giugno 2017, rideterminando anche i criteri per gli espropri, che avrebbero dovuto essere emessi entro lo scorso 15 marzo. In Comune, a Cornegliano, non sono arrivate comunicazioni su un avvio imminente dei cantieri. Le ultime notizie risalgono a qualche mese fa, quando - da comunicazioni solo verbali - era emersa l’intenzione di allestire il cantiere prima dell’estate. I giorni intanto passano e i cittadini si chiedono se e quando cambierà il volto dei campi intorno alla località Cascina Sesmones, dove sono localizzati i due cluster e i due camini di sfiato. Intanto, il fronte del “no”, con il Comitato CornegliaNogas , si muove. E legge i ritardi con ottimismo. Ieri mattina, Roberto Biagini, insieme ad altri colleghi di movimenti simili, come quello di Sergnano, era in Regione Lombardia, all’audizione della sesta commissione Ambiente. «C’era un clima di condivisione delle nostre preoccupazioni - ha detto poco dopo la fine della seduta - : l’orientamento è cambiato e siamo riusciti a far passare le nostre osservazioni, in primis sul legame tra sismicità indotta e stoccaggio. Ci sarà un supplemento d’indagine, come avevamo più volte richiesto. Perché ormai il legame è acclarato». Biagini cita poi uno studio dell’Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, «in cui viene riportata la presenza di una faglia attiva, citata con il numero 34, che tocca anche il Lodigiano. Il pericolo terremoti è ormai scientificamente acclarato». Intanto a Romanengo, nella vicina provincia di Cremona, «hanno fatto marcia indietro: l’impianto non si farà. I comitati stanno facendo un buon lavoro» cita Biagini. L’obiettivo è arrivare allo stesso risultato. «Intanto, siamo pronti a denunciare le irregolarità riscontrare nell’iter autorizzativo alla Procura della Repubblica - chiude il fondatore del comitato - : lo faremo nei prossimi giorni».

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