Deposito gas, sit in di protesta a Cornegliano

Il «no» è secco, scandito, ripetuto a più riprese. E l’elenco delle motivazioni sembra non aver mai fine. Ognuno dei manifestati, sabato mattina in un presidio davanti ai cancelli di quello che sarà il cluster A di uno dei depositi di stoccaggio di gas metano più imponenti d’Italia - con i suoi 2,2 miliardi di metri cubi di capacità complessiva - ne sceglie uno. E lo ripete a voce alta, anche davanti alle telecamere Rai 3, nel Lodigiano per un servizio proprio sul contestato impianto.

C’è chi sceglie l’inquinamento e il tema emissioni in atmosfera, perché «siamo in un territorio già martorizzato e in cui ci sono già stati troppi morti di tumore», e chi invece punta sull’iter autorizzativo, «perché tutta la politica oggi si dice contraria, ma inspiegabilmente tutto procede».

A far salire le preoccupazioni oggi, al di là dei progetti su carta, ci sono i cantieri, partiti nello scorso mese di dicembre, quasi allo scadere della quinta proroga concessa dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Le prime lavorazioni interessano le opere civili correlate all’impianto vero e proprio, ovvero strade di collegamento - sia dal cluster A alla provinciale 235, sia dal cluster B alla bretella che da Cornegliano Laudense conduce al capoluogo -, recinzioni, basamenti per la posa dell’illuminazione, strade interne all’impianto, cantine dei pozzi di iniezione.

Tra le ragioni del «no», anche il tema sicurezza, perché, spiega una manifestante, «non c’è nessuna macchina sicura al 100 per cento e non possiamo sentirci sicuri con il gas sotto le nostre case» con «scuole a pochi passi di distanza - aggiunge un altro cittadino -, nonostante in una relazione agli atti si legga che non c’è nulla nel raggio di 5 chilometri: basta guardarsi intorno per capire che è falso». In tanti hanno sollecitato ancora l’intervento della politica, questa volta definitivo, con uno stop alle lavorazioni «perché questo impianto non lo vuole nessuno».

Presenti diversi esponenti politici locali, a sostenere la lotta dei cittadini e del Comitato Ambiente e Salute nel Lodigiano, anche il parroco di Cornegliano Laudense, don Gianfranco Manera.

«Sono qui per condividere la preoccupazione per questo impianto che ci stravolge la vita e il territorio - ha detto davanti alle telecamere -: spero che il nostro essere qui possa servire ad evitare che venga realizzato. Il nostro vivere insieme in pace e serenità e il rispetto della nostra terra non sono in vendita. Abbiamo già i nostri problemi e quindi diciamo no grazie».

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