Dagli States per pulire la ciclabile

Smart e Manzt armate di sacchi e ramazze sulla pista Lodi-Cornegliano: «Certo non potevamo

far finta di niente»

Arrivano dallo stato dello Utah, dalla natura incontaminata delle Montagne Rocciose e dell’altopiano del Colorado. Vivono a Lodi, per il momento, sono giovani e sensibili. Tanto che, inforcata la bicicletta, e imboccata la pista ciclabile che congiunge il capoluogo e la Muzza di Cornegliano quasi ogni giorno, proprio non ce la facevano a vedere rifiuti abbandonati qua e là e cartacce. Senza dire niente a nessuno, si sono armate di sacchi neri e bastoni e si sono messe a ripulirla in un pomeriggio di questa primavera antaicipata. Smart e Manzt - preceduto da “sister”, come sorella - , non sono giovani qualunque. Fanno parte di una congregazione religiosa e affrontano una missione di formazione e di esperienza all’estero. Ma mai, dicono, sarebbero riuscite a far finta di niente davanti al degrado. «Non possiamo sopportare di vedere la terra che ci è stata donata, sporcata e lasciata in quella condizioni dall’indifferenza - racconta Smart, in un italiano molto spigliato -: non abbiamo fatto niente di speciale, ma solo cercato di migliorare le cose. Anche se in due non siamo riuscite a fare molto. Ci sarebbe molto ancora da fare e lo faremo». Niente di eccezionale, insomma, almeno secondo loro. Anna Bastici, maestra di scuola alla Muzza, le ha notate però. E si è avvicinata. «In quel momento mi sono vergognata di essere lodigiana e italiana - spiega - : vedere due ragazze americane, qui a Lodi solo per un breve periodo, che si mettono a ripulire una ciclabile perché è in condizioni pietose, mi ha molto colpito. Mi sono vergognata perché non c’è manutenzione: l’erba si è quasi mangiata un bel pezzo di percorso e poi ci sono rifiuti un po’ ovunque e tutti fanno finta di non vederli. Quel pomeriggio c’era un altro ragazzo che le guardava e se ne stava lì, con le braccia conserte, senza nessuna intenzione di dare una mano. Insomma, è intollerabile che due ragazze straniere siano costrette dalla loro coscienza a ripulire una ciclabile dalla nostra immondizia». Due ragazze che, con un gesto semplice, sembrano dire a tutti come si tratta un bene pubblico. «Lodi è una bella città, piena di persone disponibili, carine e gentili - racconta ancora Smart, che si fermerà qui per altri tre mesi prima di raggiungere altre destinazioni, sempre per la sua missione - e penso che organizzeremo un altro pomeriggio di pulizia». A cui ha deciso di aderire anche Anna, che cercherà di coinvolgere i suoi alunni, chiedendo il permesso alla direzione didattica dell’istituto. «Sarebbe un gesto concreto e mi piacerebbe molto che a partecipare fossero anche i bambini - spiega -: farò una richiesta e spero mi sia accordata». La speranza, però, è che l’esperienza diventi esempio per chi ha il dovere di tenere pulita la zona e la pista ciclabile.

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