CORTE PALASIO Querelato dal sindaco:
consigliere comunale viene assolto due volte

L’ex capogruppo di minoranza Maddè era stato portato in tribunale per alcuni manifesti ritenuti diffamatori

«Un sindaco che si offende se un consigliere lo critica è come un pugile che si offende se prende un pugno sul ring»: così nei mesi scorsi un magistrato di Lodi aveva motivato, la decisione di archiviare un’accusa di “diffamazione aggravata” a carico dell’ex capogruppo della minoranza di Corte Palasio Dario Maddè, originata da una recente querela del sindaco Claudio Manara.

E ieri per Maddè è arrivata un’altra archiviazione, sempre per la medesima ipotesi di reato ma per fatti più vecchi, risalenti a gennaio del 2020, quando Maddè aveva fatto affiggere in punti strategici di Terraverde e di Cadilana manifestini di colore giallo, con tanto di ulteriori sottolineature in neretto, nei quali metteva in relazione la decisione dell’estate 2019 della neoeletta giunta comunale di Manara di aumentarsi i compensi (l’indennità di carica era passata, per il sindaco, dai 1.027 euro lordi mensili in vigore dal 2014 a circa 1.300) al fatto che per quell’annata scolastica il Comune non avesse finanziato le borse di studio e neppure contributi per gli abbonamenti dei bus degli studenti pendolari.

Secondo il volantino gli aumenti erano del 42 per cento ma il sindaco nella sua querela specificava che in realtà era il 27%. «Oltre a questo, il volantino parlava di soppressione delle borse di studio quando in realtà la delibera comunale semplicemente indicava che si sarebbero fatte se il bilancio l’avrebbe permesso», ha contestato tra l’altro l’avvocato Katiuscia Carini, legale di parte civile del sindaco, che ha insistito per la condanna di Maddè e ha chiesto un risarcimento per danni morali e d’immagine di 10mila euro.

La Procura di Lodi invece aveva chiesto il non luogo a procedere per particolare tenuità del fatto, in quanto Maddè avrebbe esercitato il suo diritto di critica politica. A difendere l’ex consigliere di minoranza, l’avvocato ed ex sindaco di Casale Massimo Rebughini: «In un paese democratico ogni cittadino ha il diritto di criticare chi lo governa». Il legale ha chiarito che gli aumenti di indennità, per l’intera giunta, erano pesati per 5mila euro sul bilancio comunale, contro i 2.800 euro delle borse di studio non erogate e dei contributi per gli abbonamenti bus, e quindi la critica era sulla scelta politica, e non un’accusa di avidità. Inoltre il calcolo del 42 per cento di quegli aumenti, proveniva da una delibera della ragioneria comunale. Maddè è stato assolto perché il fatto non sussiste.

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