Cornegliano, esplode la protesta: «Non siamo la terra dei fuochi»

Capelli biondi, dieci anni forse da compiere. In mano ha un cartello: «Io non voglio morire!». Semplice, come voglio giocare, ridere, crescere. Accanto a lei, un’altra bimba: «Fermare subito» recita il cartello che ha in mano. Con loro ci sono mamme e papà, nonni e zii, cittadini qualunque. Arrabbiati, spaventati, preoccupati. Riuniti in un «no» che esplode e all’unisono, rimbalza tra l’argine della Muzza e il cantiere del Cluster A del maxi deposito di stoccaggio da 2,2 miliardi di metri cubi, in località Cascina Sesmones, comune di Cornegliano Laudense.

Dopo una settimana intera di test operativi ai due cluster in cantiere e le fiamme alte decine di metri, accompagnate dal rumore assordante delle lavorazioni, a Cornegliano è tempo di rabbia e proteste. In un presidio improvvisato dai cittadini davanti alle telecamere di Rai 3 sabato mattina, poi diventato anche corteo e manifestazione di protesta, arrivata fin sotto le finestre del municipio di via Lodi. Con qualche momento di tensione, quando il serpentone colorato di cittadini in cammino per il “no” ha cercato di imboccare la provinciale 235, in direzione della nuova via d’accesso realizzato nel contesto dei lavori al Cluster A. Poi bloccato dalle forze dell’ordine, che hanno imposto una riflessione ai cittadini sui rischi di un corteo improvvisato sulla strada ad alta percorrenza che congiunge Lodi al casello A1 e scongiurato così i rischi, deviando il percorso della passeggiata del no, verso il sottopassato che conduce in via Garibaldi e al centro della Muzza di Cornegliano, per l’ultima tappa, davanti al municipio. Davanti agli agenti del comando di polizia locale, molti dei manifestanti, per sensibilizzare i passanti su via Lodi, attraversavano le strada sulle strisce pedonali tenendo ben alti i loro cartelli di protesta «no gas». Da «Lodigiano terra dei fuochi», a «Una bomba sotto i nostri piedi», fino a «Oasi pronte per essere distrutte», recitavano alcuni cartelli, mentre altri sottolineavano «I lodigiani pagano caro», invocavano aiuto «per fermare il disastro» o chiedevano mobilitazione con «non solo preoccupati, ora allarmati». Oltre 100 le persone riunite dal dissenso contro il progetto di stoccaggio autorizzato nel 2011 da Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente; tra loro i referenti del Comitato Ambiente e Salute nel Lodigiano e il parroco di Cornegliano Laudense, don Gianfranco Manera, circondato dai bambini della parrocchia. Sotto il palazzo municipale, l’ultimo atto della mattinata di protesta, con il coro «dimissioni, dimissioni» indirizzato all’amministrazione comunale.

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