Colpo di spugna sul “centro sementi”

La spending review cancella l’Inran di Tavazzano

Dalla “spending review” arriva un altro colpo ai centri di ricerca del Lodigiano. Dopo una prima contestata “rivoluzione”, datata maggio 2010, lo scorso 5 luglio il consiglio dei ministri ha deciso la soppressione dell’Inran (Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione), da cui dipendono il laboratorio di ricerca e l’azienda agricola di Tavazzano, che si occupano di sementi. Per il centro di ricerca lodigiano si apre ora una fase di forte incertezza, per le attività e per i dipendenti, come confermato ieri dalla responsabile del laboratorio, Rita Zecchinelli. Situato lungo la via Emilia, poco prima dell’abitato di Tavazzano per chi arriva da Lodi, l’ex Ense (Ente nazionale sementi elette) era stato inglobato a metà 2010 dall’Inran, non senza polemiche. La “convivenza” è però durata poco meno di due anni, stante la recente decisione del governo Monti di sopprimere l’Inran e di suddividere le sue competenze: la maggior parte delle attività di ricerca sarà inglobata dal Cra (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), il centro di Tavazzano sarà invece “fagocitato” dall’Ente nazionale risi, che ha sede a Milano e uffici dislocati nel Nord Italia e in Sardegna. Il ministero dell’Agricoltura, per il momento, ha comunicato la soppressione dell’Inran, ma non ha chiarito con precisione in che maniera verrà gestito lo “spezzatino”. Tradotto: si sa che le competenze del centro di Tavazzano saranno trasferite all’Ente nazionale risi, ma non è chiaro se, fisicamente, il centro di ricerca lodigiano rimarrà in vita. «Ovviamente mi auguro di si - ha commentato ieri la responsabile Zecchinelli -. Per noi questa decisione è stata una sorpresa assoluta perché, al di là di qualche voce emersa nei giorni scorsi, non c’erano state avvisaglie reali, tanto che non si sono ancora svolti nemmeno incontri fra i sindacati e il Ministero. La decisione ci preoccupa molto, innanzitutto perché a differenza nostra l’Ente nazionale risi non è un centro di ricerca. Inoltre siamo preoccupati per i lavoratori precari, cioè quelli che rischiano di più. E ancora, vorremmo capire il motivo di questa scelta, così come di quelle che nei precedenti anni hanno interessato il nostro centro: non otteniamo mai risposte e questo è molto frustrante». A Tavazzano l’ex Ense dà lavoro a una trentina di ricercatori, di cui metà a tempo determinato. Ci sono poi i dipendenti dell’azienda agricola collegata, con pochi dipendenti fissi e un buon numero di stagionali. «Gli interventi stabiliti in consiglio dei ministri - ha spiegato il ministro dell’Agricoltura Mario Catania - hanno l’obiettivo di rendere più razionale, efficace ed efficiente il lavoro degli enti collegati al Ministero». Quanto al Cra, nel Lodigiano rimangono attivi l’Istituto sperimentale di cerealicoltura di Sant’Angelo e gli ex Istituto lattiero caseario e Istituto colture foraggere di Lodi. Il perimetro di queste realtà non dovrebbe modificarsi, in quanto non sono destinate a ricevere pezzi dell’ormai ex Inran.

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