Cibi scaduti in tavola, l’inchiesta nel Lodigiano

Cibi scaduti e con la data di scadenza modificata sono arrivati anche sulle tavole dei lodigiani. È quando emerge da un’indagine condotta dalla procura della Repubblica di Pavia che ha portato nei giorni scorsi alla denuncia di otto persone per un presunto traffico illecito di cibi scaduti e avariati.

Al centro dell’inchiesta ci sarebbe un impianto di macellazione del Lodigiano, mentre ristoratori e negozianti domiciliati fra Massalengo e Vidardo avrebbero messo in commercio i prodotti che invece avrebbero dovuto essere smaltiti. Per questi ultimi comunque l’accusa è di “incauto acquisto”, per essersi approvvigionati con prodotti di dubbia provenienza, mentre il titolare e un dipendente dell’impianto di smaltimento, entrambi di Sant’Angelo, e per altri due soggetti residenti a Chignolo Po, l’accusa ben più pesante è di associazione a delinquere finalizzata alla frode in commercio.

Le indagini in ogni caso non avrebbero permesso fino ad ora alla procura di accertare tutte le destinazioni dei generi alimentari contestati.

L’inchiesta era partita nel 2014, dal controllo di un camion a Landriano (Pavia). A bordo c’erano prodotti in parte scaduti e in condizioni igieniche precarie, di cui il conducente non ha saputo fornire né i documenti sulla provenienza della merce né quelli relativi al trasporto

Da quel primo controllo la procura ha avviato una serie di accertamenti che ora hanno portato a scoprire questo presunto traffico di prodotti alimentari destinati ad essere smaltiti come biomasse o utilizzati per l’alimentazione animale e che invece finivano sulle tavole dei consumatori, anche nel Pavese e nel Lodigiano.

In un capannone di Chignolo Po gli inquirenti hanno scoperto quintali di generi alimentari (come formaggi, carne e tortellini), a cui sarebbe stata modificata la data di scadenza. Nel traffico illecito sarebbero coinvolti anche grossisti e intermediari, mentre destinatari finali della merce erano ristoratori e commercianti, non sempre a conoscenza del raggiro. Fra questi ultimi, quelli individuati nell’inchiesta sono P.G. di 46 anni di Massalengo, A.T. di 46 anni di Chignolo, P.G. di 33 anni del Lodigiano e S.C. di 57 anni di Castiraga Vidardo.

Le accuse più gravi in ogni caso (ovvero l’associazione a delinquere) sono state formulate nei confronti di F.L. di 48 anni e E.S. di 46 anni, entrambi di Chignolo Po, di A.A. di 62 anni e F.A. di 37, di Sant’Angelo Lodigiano.

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