Centropadana: duemila voti, Bassanetti resta in sella

Un’assemblea effervescente, con polemiche e critiche, ma alla fine i soci sono ancora in stragrande maggioranza con Serafino Bassanetti e il gruppo dirigente. La doppia assemblea, ordinaria e straordinaria, della Bcc Centropadana alle Gerette di San Colombano ha visto oltre 2mila soci rappresentati, più di 1600 presenti fisicamente. La discussione è proseguita fino dopo le 20, con le operazioni di scrutinio concluse solo a notte fonda. Il Cda uscente è stato riconfermato per dieci undicesimi, con l’ingresso di un indipendente e nessun posto per il gruppo che si contrapponeva alla vecchia dirigenza. Serafino Bassanetti rimane saldamente al vertice della Banca, che in questi ultimi anni è cresciuta con diverse acquisizioni e che sposta ufficialmente la sua sede a Lodi, nella nuova location di palazzo Ghisi in corso Roma.

Il saluto del vescovo

I lavori si sono aperti alle 16, introdotti dalla banda di San Colombano e con il saluto e la benedizione del Vescovo Maurizio Malvestiti: «Sono tre i sentieri che indico: la famiglia, i giovani e il lavoro, l’attenzione all’umano è una risorsa anche economica. Ringrazio la Bcc Centropadana per la vicinanza alle parrocchie». Dopo le verifiche procedurali, il presidente Serafino Bassanetti ha dato il via all’assemblea presentando i principali risultati di bilancio 2015, che mostrano un istituto in salute, e aggiungendo le novità dei primi mesi. Al termine degli interventi tecnici, Bassanetti ha dato la parola ai numerosi rappresentanti degli enti e delle istituzioni presenti in assemblea. A San Colombano sabato pomeriggio c’era tutto il Lodigiano che conta, o quasi. Tra i tanti, hanno salutato il pubblico il sindaco della vecchia sede della società a Guardamiglio Elia Bergamaschi, il sindaco della nuova sede a Lodi Simone Uggetti, i rappresentanti delle associazioni di categoria e di alcuni enti territoriali.

I “botta e risposta”

La discussione sul bilancio fin da subito si è trasformata nel dibattito sulle elezioni per il rinnovo delle cariche sociali, anche per la presenza di un gruppo che si è candidato in antitesi rispetto a quello guidato da Bassanetti. Tanti i temi usciti, dal poco spazio per il dibattito (5 minuti a testa per ogni socio) alla necessità di alcune modifiche statutarie: il divieto di autodeterminazione dei compensi per i vertici dell’istituto, il limite di mandato a tre rielezioni, l’ingresso nel Cda del primo degli eletti, senza cooptazione, in caso di dimissioni. Erano tra i principali punti del programma elettorale del gruppo antagonista a Bassanetti, capitanato da Adriano Croce e da Mario Rocca di Codogno. «Il voto capitario è uno strumento che mostra i suoi limiti – ha detto Adriano Croce -. I soci in effetti non partecipano a niente e non contano nulla. Abbiamo tassi debitori per i soci più alti di altri istituti mentre ci sono spese milionarie per la sede di Lodi». Rocca ha ricostruito invece la propria vicenda, escluso dalla compagine sociale a suo dire «solo per aver avanzato delle critiche» e riammesso, in via cautelare, dal tribunale di Milano. «Per due volte, in giudizio e in ricorso, ho vinto e sono stato riammesso nella compagine sociale, ma la mia esclusione è avvenuta perché ho avanzato delle critiche sulle operazioni della banca. Oggi il tema è uno solo: quando vanno a casa?»

“Noi aperti a tutti”

Il presidente Serafino Bassanetti ha ribattuto punto su punto alle critiche, senza entrare nel merito del bilancio, che poi l’assemblea ha approvato con una ventina di astensioni. «Non c’è volontà di escludere nessuno, altrimenti non avremmo aperto a tanti nuovi soci. Noi apriamo la porta a tutti, siamo tutti soci uguali. Mi sento però di dire sulla vicenda di Rocca che il giudizio ancora non è stato pronunciato, è solo un giudizio cautelare quello emesso. Quando alla sede di Lodi, è costata 12 milioni per la struttura, altre risorse servono per gli arredi e le dotazioni». L’assemblea si è chiusa poi in modo caotico sul voto per il trasferimento della sede a Lodi: Rocca e Croce (alla fine unici contrari) hanno chiesto e ottenuto, sotto minaccia di invalidamento, che fossero richiamati per il voto tutti i soci che nel frattempo stavano procedendo con le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali o avevano già lasciato la sala. Alla fine, però, tutti i voti hanno dato ragione a Bassanetti.

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