C’è speranza per le lanche dell’Adda

Sopralluogo a Soltarico per proteggere l’oasi

Le lanche lodigiane possono sopravvivere, l’importante è proteggerle. A distanza di un anno dalla denuncia del Comitato Adda Sud, qualcosa “si muove”: il gruppo aveva sottolineato la necessità di difendere le zone umide create dall’Adda, abbandonate a se stesse e a rischio di “estinzione”. Il Parco

La lanca della Pagnana

Adda Sud ha accolto l’appello e domani una delegazione partirà alla volta di Soltarico per un’esplorazione del luogo: «C’è stato un incontro tra Comitato e Parco Adda per discutere della nostra segnalazione - spiega Maurizio Lozzi, presidente del Comitato Adda Sud -, in quell’occasione il Parco Adda ha annunciato una serie di iniziative per la salvaguardia delle zone umide, per esempio per quanto riguarda la lanca Ronchetti (Due Acque, ndr.), a cui sono seguite le nostre osservazioni, che sono state inviate anche in Provincia e in Regione. Non sono ancora stati avviati interventi sulla lanca di Soltarico, venerdì effettueremo un sopralluogo nell’area di riserva botanica e della risorgiva per verificare lo stato di precarietà e accertare il da farsi».

Tra le misure presentate dal Parco Adda Sud per tutelare le zone umide c’è la possibilità di garantire l’alimentazione idrica, un’ipotesi che potrebbe essere adottata per la lanca della Rotta a Castiglione: «Ma se prima la lanca non è svuotata dai sedimenti - puntualizza Lozzi - questo provvedimento rischia di non essere sufficiente».

La lanca di Soltarico, già asciutta

Negli ultimi anni, l’Adda ha subito l’“assalto” dei cantieri, alcuni necessari per proteggere il territorio dalle piene, modifiche che però hanno impedito al fiume di scorrere liberamente, creando le sua piccole oasi d’acqua. «Le lanche costituiscono un patrimonio fondamentale per la tutela della biodiversità - osserva Lozzi -, il fiume si serve di queste aree, importanti sotto il punto di vista faunistico e botanico. Gli interventi che si realizzano sul fiume, come per esempio le massicciate, impediscono al corso d’acqua la sua evoluzione naturale: l’Adda crea le lanche e poi le dismette, per formarne delle altre. Quelle che sono rimaste devono essere protette». Un altro dei punti critici si trova a Cavenago, se nella parte superiore l’Adda Morta è alimentata dalle risorgive, quella inferiore è stata sommersa da terra, rami e alberi. In realtà, il Comitato Adda Sud non ha a cuore solamente la sorte dell’Adda e delle sue lanche: l’associazione pensa anche al futuro del Lambro: «Ci è voluto un po’ di tempo affinché la nostra denuncia fosse presa in considerazione - commenta Lozzi -, non abbiamo nessuna intenzione di perdere di vista l’obiettivo sia lungo l’Adda che lungo il Lambro, dove c’è ancora una zona che preserva le caratteristiche originali (lanca Pagnana, ndr.) e deve perciò essere protetta».

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