C’è un “lago” ai piedi della discarica

È sgorgato presso l’impianto di Soltarico, ignote le origini

La pozzanghera è diventata un “laghetto” che non è mai seccato, neppure nella recente prolungata siccità. Anzi. È scaturito improvvisamente alcuni mesi fa, in primavera, a ridosso della discarica. A Soltarico sono preoccupati.

«Lo stiamo monitorando da settimane, anche con rilievi fotografici - dichiarano gli esponenti del Comitato contrari all’ampliamento dell’impianto di smaltimento dei rifiuti - e tra le foto scattate lo scorso 8 settembre e quelle recentissime del 20 ottobre si desume che la sua superficie si è ampliata nonostante l’assenza di piogge per mesi. La cosa preoccupante è che nessuno è stato in grado di spiegare il motivo per il quale si è formato questo acquitrino permanente e da cosa sia alimentato, visto che non asciuga nemmeno d’estate».

Il Comitato ”No ampliamento discarica”, con un lungo comunicato diramato in questi giorni, denuncia un’altra serie di problematiche: «Dai primi di ottobre fino ad oggi vicino alla discarica e oltre si sente una tremenda puzza di metano soprattutto di sera. Per diversi giorni la torcia che brucia biogas è stata spenta. Informata del fatto, Arpa ha risposto che l’Ecoadda aveva comunicato al Comune e ad Arpa stessa che la torcia sarebbe stata spenta per motivi tecnici. Per quanti giorni? Ora è nuovamente attiva?».

Ancora: «Sul lotto 4 - mucchio più piccolo di fronte all’ingresso discarica - lato S.P. 26, i teli di copertura dei rifiuti sono stati divelti dal vento di 3 settimane fa, ad oggi non sono stati ripristinati. Inoltre in zona pozzanghera, situata a metà strada tra la discarica e la scarpata dove inizia la Lanca, sul fronte ampio della discarica (lotti 1-2-3) vi è una vasta superficie in cui appaiono rifiuti non coperti anche se in quella zona sono in corso da due mesi i lavori di riprofilatura. Questo spiega anche il ritorno dei gabbiani a conferma che di certo, non si tratta di materiale inerte come dovrebbe essere».

Il Comitato sottolinea che all’inizio dell’estate Arpa e Provincia avevano evidenziato «numerose anomalie sulla gestione della qualità dell’aria, del mancato collegamento dei pozzi di estrazione del biogas (che da sempre non viene utilizzato ma bruciato con emissioni in atmosfera) e incrementi delle percentuali di metano a valle della discarica, nonché il superamento di alcuni valori massimi ammessi di inquinanti nocivi».

«Non solo non sappiamo - sostengono gli esponenti del Comitato - se e quali delle mancanze denunciate da Provincia di Lodi e Arpa siano state normalizzate, ma ultimamente, invece di miglioramenti abbiamo notato addirittura un peggioramento generale delle condizioni di gestione e un allarmante silenzio da parte di Comune di Cavenago, Arpa e Provincia ai quali il comitato si è rivolto ottenendo in cambio solo indifferenza o frettolosi riscontri».

Il Comitato chiede risposte a tutti gli enti interessati, all’Arpa, alla Provincia di Lodi, al Comune di Cavenago d’Adda. Risposte che ben volentieri il nostro giornale è disponibile a pubblicare, con identico risalto.

R.C.

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