Casaletto, rapina in banca: minacciato un cliente

“Fuori i soldi o lo ammazzo”. Sono le parole urlate ieri mattina da due rapinatori all’interno della filiale Bpl di Mairano di Casaletto. L’arma era puntata contro l’unico cliente presente, mentre le parole, rivolte al cassiere, hanno avuto l’effetto desiderato: nello tasche dei malviventi sono finite alcune migliaia di euro presenti in quel momento in cassa.

Si tratta della terza rapina in 15 giorni consumata nel Lodigiano, dopo quelle di Sordio e Marudo, la quinta dall’inizio dell’anno. Una pericolosa escalation che ora fa temere tutte le piccole filiali “monoaddetto” presenti sul territorio, come quella di Casaletto, le più colpite dai rapinatori.

Le ultime due razzie, quella di Marudo una settimana fa e quella di ieri, hanno molte analogie fra loro e tutto lascia pensare che ad agire siano state le stesse persone, forse una banda di rapinatori seriali: due banditi, italiani senza accenti particolari, che dicono di avere un’arma ma senza mostrarla alle loro vittime. Su questi episodi ora stanno indagando i carabinieri di Lodi Vecchio e Lodi, che ieri mattina hanno sorvolato la zona interessata dalle ricerche anche con un elicottero per scovare i rapinatori in fuga.

«Vogliamo che si risolva il problema delle filiali monoaddetto, quelle più a rischio - spiega il segretario provinciale del sindacato Fabi, Ettore Necchi -. Per metterle al sicuro l’unica soluzione sarebbe la presenza di una guardia giurata davanti all’ingresso, per la quale ci stiamo battendo. A Marudo, dopo la rapina, la guardia è rimasta solo due giorni; ora chiederemo che a Casaletto resti almeno 15 giorni».

L’allarme di ieri è scattato intorno alle 11.30. Nella filiale, che si trova in piazza Dei Caduti, c’era solo il cassiere e un cliente. All’inizio è entrato un rapinatore, che ha gridato a tutti di stare fermi e poi ha fatto entrare il complice, che indossava un cappellino e aveva il volto parzialmente coperto. Non hanno mostrato armi, ma uno dei due ha afferrato alle spalle il cliente millantando di averne una e minacciando di usarla se non gli fossero stati consegnati tutti i soldi. Una volta preso il bottino, i due se ne sono andati senza lasciare tracce. Solo a quel punto è partita la chiamata al “112” e così sul posto sono intervenuti i carabinieri. Le ricerche successive però non hanno dato esito. Le vittime invece hanno raccontato tutto quello che ricordavano di quei momenti di paura, soprattutto i dettagli che potessero aiutare i carabinieri a tracciare un identikit dei malviventi.

«Noi cerchiamo di tutelare tutti i dipendenti delle banche, a prescindere dalla loro iscrizione a questo o a un altro sindacato - attacca ancora Ettore Necchi -. Io stesso ho subìto tre rapine e so cosa significa, lo stress psicofisico e la paura che questi episodi provocano nelle vittime».

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