Casaletto Lodigiano, il processo all’oste non è ancora finito: scatta una “super perizia”

A più di sei anni dalla tragica notte in cui morì un ladro la corte d’appello mette ancora sotto esame la dinamica della fucilata

La corte d’appello di Milano ha affidato a uno dei massimi esperti della polizia scientifica di Milano, Dario Redaelli, una “super perizia” per ricostruire da zero la dinamica dello sparo che la notte tra il 9 e il 10 marzo 2017 provocò la morte di un romeno di 32 anni, Petre Marin Ungureanu, che con tre complici aveva appena rubato denaro e sigarette nell’Osteria Dei Amìs di Gugnano di Casaletto Lodigiano. Mario Cattaneo, allora 66enne, che abita sopra il locale con moglie, figlio e nipotini, era sceso in cortile con il suo fucile da caccia ma era stato trascinato a terra da un componente della banda, che aveva afferrato l’arma per la canna, e il quel frangente partì lo sparo. Su questa ricostruzione, nel processo di primo grado a Lodi che all’inizio del 2020 aveva visto assolvere il ristoratore (con formula piena) dall’accusa di omicidio colposo per eccesso di legittima difesa, le ricostruzioni del Ris di Parma e dei due consulenti della difesa, Luciano Garofano e Martino Farneti, erano convergenti. Al punto che il tribunale di Lodi non ritenne necessaria una propria perizia. Secondo la sentenza Cattaneo non voleva sparare e il colpo partì in modo accidentale. A seguito del ricorso della Procura di Lodi però nel gennaio scorso si è aperto il processo di appello, dove, dopo che sono stati risentiti i principali testimoni, i giudici hanno dedico di chiudere il cerchio con una terza perizia. L’avvocato Vincenzo Stochino, che difende Cattaneo assieme a Ennio Ercoli di Lodi, non si attende sorprese dalla nuova analisi tecnica dei fatti. La sentenza è attesa per il 25 gennaio prossimo.

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