Caccia al cinghiale vietata: solo contenimento

Non c’è il regolamento regionale, l’abbattimento degli ungulati è vietato in tutto il territorio regionale, e a San Colombano saltano per quest’anno le battute

Non c’è il regolamento regionale, caccia agli ungulati vietata in tutto il territorio regionale, e a San Colombano saltano per quest’anno le battute ai cinghiali che negli ultimi due anni avevano permesso di abbattere tra i 15 e i 20 capi. Regione Lombardia ha però autorizzato il contenimento della specie, sparo dall’altana o dalle auto, anche notturno, e «in girata», accerchiando gli animali, ma solo per gli agenti di polizia provinciale con il supporto delle guardie venatorie volontarie dell’ambito di caccia di San Colombano.

A bloccare la caccia di selezione, che nelle ultime due stagioni aveva aiutato a contenere il proliferare di cinghiali in collina, è un inghippo burocratico. Con il ritorno delle competenze sulla caccia alla Regione, i vecchi regolamenti provinciali non hanno più validità e la stessa Regione Lombardia deve approvare un nuovo regolamento entro il prossimo gennaio. Considerando l’iter d’emanazione, di fatto per quest’anno la caccia di selezione è già andata nel dimenticatoio. Ma a San Colombano, e sempre più spesso anche nel Lodigiano, i cinghiali sono ormai presenti in gran numero, anche se la loro mobilità rende difficile la localizzazione. Solo la settimana scorsa in collina è stato avvistato (e ripreso da uno smartphone) un branco di 17 animali, che tra l’altro scorazzava tranquillamente in località Mostiola. E tra le viti e nei campi della collina le tracce del passaggio dei cinghiali continuano a essere ben visibili, nonostante l’opera di pulizia dei terreni incolti messa in atto proprio dai cacciatori in questi anni abbia ridotto il loro habitat preferito per nascondersi.

Per tutti questi motivi Regione Lombardia ha autorizzato il contenimento della specie. «Si può ancora sparare ai cinghiali, ma solo quando con gli agenti della polizia provinciale, nel nostro caso della Città Metropolitana, e le guardie venatorie volontarie – spiega il presidente dell’ambito Pier Borella -. Si spara in appostamento, sulle altane o anche dalle vetture, oppure in girata, accerchiando l’animale. Ma con al massimo una dozzina di abilitati tra guardie e polizia provinciale, è difficile. Cercheremo di individuare i branchi e di fare operazioni mirate su di esse. I cinghiali ci sono ancora, e non si può smettere di contenerne il numero».

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