Burkina, sta bene il volontario lodigiano

C’è anche un pezzo di Lodigiano nel Burkina Faso sconvolto dal colpo di Stato militare che giovedì ha deposto il presidente Michel Kafando e il capo del governo Isaac Zida. Il borghettino Cristiano Bassanini, 30 anni, infatti si trova da maggio nel Paese a capo di un progetto per la lotta alla malnutrizione promosso in collaborazione con il ministero degli Esteri dalla ong veneta “ProgettoMondo Mlal“.

Cristiano si trova a Dano, una cittadina nel sud-ovest del Paese, quasi al confine con il Ghana, e per il momento non risente particolarmente dell’azione militare, violenta invece nella capitale. Il giovane è già riuscito a mettersi in contatto con la famiglia e a tranquillizzarla sulla sua condizione.

«Ahimè, in questi giorni le notizie non sono molto rassicuranti – dice Cristiano, raggiunto via Internet -. Qui la situazione è tranquilla. I disordini sono concentrati nella capitale, e in altre grandi città ci sono manifestazioni. La gente comunque ne parla anche qui, e tanto. In generale avverto un grande senso di fastidio e indignazione per il colpo di Stato. Hanno cacciato il presidente meno di un anno fa, e oggi il suo braccio destro ha preso il potere. I burkinabé con cui sono in contatto, e le informazioni che leggo su Internet, parlano di una volontà di resistere al colpo di Stato. Per il momento, come conseguenze, è stato instaurato il coprifuoco e chiuse le frontiere terrestri e aeree. Stiamo ad osservare i prossimi sviluppi».

Dunque nessun pericolo per Cristiano, che però è costretto a qualche limitazione nei movimenti in questi giorni, al pari degli altri componenti dello staff con cui lavora. Una stagista in Burkina Faso con Cristiano sarebbe dovuta tornare oggi in Italia, ma tutti i voli sono stati sospesi.

Cristiano Bassanini è a capo di un progetto per la lotta alla malnutrizione infantile, ma a portarlo in Africa è stato un mix di passione e curiosità.

«Da anni sono appassionato di Africa e Medio Oriente – spiega Cristiano -. Amo viaggiare e conoscere nuove lingue e culture. Per questo motivo ho studiato arabo in Italia, Siria, Tunisia e poi a Lione. Il filo conduttore di queste scelte è da una parte un forte senso di giustizia, e l’incapacità ad accettare gli enormi divari sociali. D’altra parte, ho sempre desiderato vivere all’estero, in particolare in Africa, sia per empatizzare con i suoi abitanti e condividere certe realtà, sia per pura curiosità e spirito di avventura. Entrato in contatto con “ProgettoMondo Mlal” per il servizio civile nazionale all’estero, finito a febbraio 2015, poi si è fermato per fare del suo impegno umanitario una professione.

E pur lontano, rimane borghettino e lodigiano. A Borghetto Cristiano è rimasto fino alla laurea in Scienze giuridiche, ottenuta nel 2009 dopo il diploma da ragioniere programmatore all’istituto “Bassi” di Lodi. Ha due fratelli, e i genitori vivono ancora a Vigarolo, la mamma Simona Zamboni e il papà Tiziano, conosciutissimo barbiere «da tempo immemore» a Borghetto.

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