Bosco in fiamme a Spino

Un vasto incendio manda in fumo sottobosco e rive sinistre dell’Adda. Insieme ai suoi abitanti, animali e vegetali. A bruciare è stata un’area di quattro ettari, divisa in due grossi punti e altri minori tutti lontani uno dall’altro, tra la cava di Spino e la cascina Canova. La presenza di diversi focolai fa pensare ad un incendio doloso. A operare, dalle prime ore del pomeriggio fino alle 8 circa di sera, sono stati i mezzi dei vigili del fuoco di Cremona, Crema e Lodi (questi ultimi con una botte e un modulo incendi boschivi) con 12 uomini e altre due macchine del Parco Adda Sud con 9 addetti. Oltre a loro, anche la guardia forestale, le Protezione civile, la polizia locale di Spino e i carabinieri della stazione di Pandino e del nucleo radiomobile di Crema.

L’allarme è scattato alle 14.30, quando una telefonata ha segnalato ai vigili le fiamme lungo il fiume, su una superficie di 4 ettari. «Sono bruciate delle piante e il sottobosco - racconta il vice sindaco Luciano Sinigaglia, che è accorso sul luogo dell’incendio -. Ci dispiace anche perché potrebbe trattarsi dell’opera di un piromane. Un gesto folle che poteva causare un disastro ulteriore». Non è comunque il primo incendio che avviene su questo lembo d’Adda. Già due settimane fa i vigili del fuoco di Crema erano dovuti intervenire, ma per un episodio assai circoscritto. «Su tutto il territorio di Spino - sottolinea ancora Sinigaglia - vale il divieto di accendere fuochi a terra. I falò non sono consentiti: ci sono tanti cartelli che lo specificano, ma evidentemente c’è molta gente che non capisce l’antifona. I fuochi a terra sono pericolosi perché possono essere causa d’incendi, anche se in questo caso l’elemento accidentale penso che conti poco. Credo piuttosto che l’incendio sia stato appiccato volontariamente da qualche piromane».

«Il danno alla flora e alla fauna è ingente - commenta il vice direttore del Parco Adda Sud Maurizio Polli -. Non è il solito incendio alla riva. È il più grosso di questa stagione. Sono andati in fumo il sottobosco di arbusti e del pioppeto. Non penso che sia spontaneo perché ci sono due punti ampi e poi altri più piccoli e comunque tutti incendi contemporanei e isolati uno dall’altro». La guardia ecologica del Parco Roberto Musumeci è preoccupato per i danni arrecati sicuramente «all’avifauna e ai piccoli rettili. Speriamo che almeno i leprottini - dice - siano riusciti a scappare. Domani (oggi, ndr) andrò a fare un sopralluogo». Sperando che episodi così dannosi, senza tralasciare le ingenti risorse messe in campo per bonificare, non si ripetano più.

Em. Cu.

Cri. Ver.

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