Borgo, Buonsante paga le luminarie

Se fossimo in una favola di Dickens, il nostro protagonista sarebbe lontano anni luce dal celebre Ebenezer Scrooge, arcigno e avaro finanziere londinese che non crede nel Natale. E che, solo incontrando gli spiriti del Natale passato, di quello presente e di quello futuro, inizia a credere nella magia della festività e a fare del bene al prossimo.

Il cattivo, se deve essercene uno in ogni favola, è forse la Corte dei Conti, che ha tolto la possibilità di inserire le luminarie natalizie nelle spese di rappresentanza. E la possibilità così al Comune di Borgo di avere un Natale luminoso per le vie del paese. Niente luci dunque a Borgo San Giovanni? Da quando è entrata in vigore la normativa, non è cambiato niente. Come ogni anno, ai primi di dicembre gli operai iniziano ad armeggiare con lampadine, fili, scenografie di ferro da posizionare nelle vie centrali del paese. Qualche giorno di lavoro e la magia si compie, le vie si accendono e sembra davvero arrivare il Natale. Solo che non è il Comune a pagare, ma il sindaco Nicola Buonsante, di tasca propria.

Non riusciva proprio ad immaginare il Natale senza luminarie e allora ha deciso di accollarsi la spesa, inizialmente senza dire niente a nessuno. Per i primi due anni qualcosa, fuori dal palazzo municipale, è trapelato, ma niente di preciso. Solo qualche indiscrezioni sulla presenza di un “anonimo benefattore” che aveva deciso di mettere mano al portafogli e di farsi carico dell’intera spesa delle luminarie natalizie.

Una figura che, a furia di passaparola nei negozi e nei bar, stava diventando leggendaria. Nessuno lo conosceva, nessuno sapeva di chi trattasse, anche se qualcuno lo immaginava. Un “Mister X” dallo spiccato senso natalizio che per il suo paese non voleva un Natale sotto tono. Poi le voci hanno iniziato a farsi insistenti e ruotavano tutte intorno al sindaco- sceriffo, come si è fatto spesso soprannominare per aver sventato più volte dei rave party nell’ex fonderia Sama ai confini del paese, e per aver distribuito a mezzo paese il suo numero di cellulare, per essere costantemente informato su eventuali movimenti sospetti. Un protagonismo che, anche nell’affaire natalizio, non poteva che portare a concentrare su di sè le attenzioni del paese in cerca di una risposta all’anonimo beneffattore. Risposta che arriva ufficialmente ora, con il Natale 2013, alle porte. «Sarò un meridionale, come dicono spesso, ma io non riesco proprio ad immaginare un Natale senza luci - ha risposto serenamente a “il Cittadino” il sindaco Buonsante - e quando la Corte dei Corti ha tolto dalle spese di rappresentanza le luminarie, ho capito che dovevo fare qualcosa». Se a Lodi il Comune può contare su una rete di commercianti nutrita, «a Borgo i negozi sono pochi e sapevo che chiedere un contributo significava metterli in difficoltà - racconta ancora il sindaco sceriffo appassionato del Natale - e così ho deciso di fare tutto io. E da tre anni pago l’intera somma per le luminarie».

Per la cronaca, parliamo di 5500 euro, che il sindaco invece non cita, per sobrietà.

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