“Bombe ecologiche“, troppi costi: al palo le operazioni di bonifica

Massalengo, Il Comune ha chiesto un finanziamento alla Regione: sta aspettando

«La bacchetta magica non ce l’ho al momento».

Lo dice senza mezzi termini il sindaco di Massalengo, Severino Serafini. Perché solo con un po’ di magia, oggi, si potrebbero risolvere tutte le partite aperte sul fronte dei siti industriali o agricoli dismessi e a rischio in paese.

Qualcosa come tre grandi aree industriali – ex Osal, ex Madital ed ex Schiavi – e cinque vecchi nuclei cascinali. Mercoledì è crollata una parte del tetto di uno dei cascinali all’interno dell’antico complesso di Villa Premoli e il crollo ha causato una caduta di calcinacci e macerie su via Monte Grappa. Chiusa al transito la via per motivi di sicurezza, è tornato d’attualità il tema dei siti dimessi o in stato di abbandono. In primis l’ex Osal in località Priora, fabbrica che si occupava di ossidazione anodica e verniciatura a polvere, oggi in stato di abbandono, dove però ci sono ancora residui di materiale e fusti di materiale chimico. Per la messa in sicurezza e la bonifica del sito, il conto è salatissimo ed è pari a 1,6 milioni di euro. «In questo stiamo facendo il possibile per risolvere quella che consideriamo l’urgenza maggiore che è appunto l’ex Osal, perché i fusti chimici sopra terra all’interno della proprietà vanno rimossi al più presto – spiega il sindaco Severino Serafini - : abbiamo già chiesto un finanziamento a Regione Lombardia e stiamo aspettando in questi giorni l’esito dell’iter». Tra i siti industriali abbandonati c’è la ex Schiavi di via Braglia – a Motta Vigana - , dove i tentativi di vendita all’asta sono andati a vuoto e oggi il valore è passato dai 2 milioni iniziali ai 300/400 mila euro di oggi in trattativa privata, ma gli interessati latitano. Altro punto debole sul fronte sicurezza è rappresentato dall’ex Madital, fabbrica di mangimi dismessa ai bordi della provinciale 23 Lodi Borghetto, per cui il Comune ha già emesso due ordinanze – una per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto ancora presente nel sito, per cui la proprietà ha proceduto solo parzialmente, e una per la demolizione e la messa in ripristino, inevasa. Cinque invece i nuclei cascinali oggi in condizioni di degrado e precarie, per cui – su alcuni – sono stati emesse altre ordinanze per rimozione eternit e messa in ripristino, evase solo in parte. «Per le ordinanze oggi inevase - spiega ancora Serafini - è ovvio che la responsabilità passa anche in capo al sindaco, ma in questo non abbiamo le forze umane ed economiche per far fronte a tutte queste situazioni in simultanea e cercheremo comunque, come fatto per la Osal, di rivolgerci a partner istituzionali più grandi di noi: in questo momento la giunta ha deciso di affrontare ogni partita in maniera singola, per la messa in sicurezza complessiva del territorio».

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