Bagarre per i profughi a Sant’Angelo

Sei voti favorevoli, dodici contrari. Con questi numeri martedì sera il consiglio comunale di Sant’Angelo ha bocciato la mozione urgente della Lega nord contro l’arrivo dei profughi a villa Redentore, struttura messa a disposizione dal comune e già oggetto di un sopralluogo da parte della prefettura. Il voto è arrivato dopo circa un’ora di dibattito: hanno votato a favore le minoranze di centrodestra e centrosinistra. I consiglieri di maggioranza presenti in aula hanno invece votato compatti contro la mozione, anche se durante e dopo il consiglio si sono avvertite le assenze del presidente del consiglio comunale Carlo Astorri e del capogruppo della Lista Crespi, Raffaele Maiorani. Quest’ultimo, martedì sera dato per dimissionario, ieri ha smentito di aver presentato ufficialmente le dimissioni. Ma è chiaro che la mozione ha creato qualche dissapore e qualche distinguo nella granitica (finora) maggioranza del sindaco Domenico Crespi. Dissapori e distinguo che però, alla fine, non hanno pesato sul voto.

Crespi incassa con favore la bocciatura della mozione presentata dalla Lega contro il suo operato nel “caso” profughi. Ma durante la discussione in consiglio, martedì sera, non sono mancati i momenti di duro scontro. Per due volte Crespi (che presiedeva la seduta al posto dell’assente Astorri) ha tolto la parola al consigliere leghista Cristiano Devecchi dopo accesi scontri verbali, ritenendo che quest’ultimo avesse avanzato attacchi personali. Al centro del confronto, come detto, la possibilità che a villa Redentore (territorio del comune di Vigarolo ma di proprietà del comune di Sant’Angelo) vengano inviati i profughi in arrivo dal Nordafrica. «Pensavamo che la proposta del sindaco fosse un fuoco di paglia e invece rischia di trasformarsi in un incendio incontrollabile», ha detto Maurizio Villa, capogruppo della Lega. La prospettiva, secondo la Lega, è che a villa Redentore venga insediato un Cara (Centro accoglienza per richiedenti asilo), con l’arrivo di 200-300 stranieri privi di documenti. «Si vuole regalare la villa ai profughi - ha aggiunto Villa -, in tutta Italia ci sono solo 5 Cara e ora se ne vorrebbe creare uno a Sant’Angelo. Stiamo vedendo tutti cosa sta succedendo nei Cara di Lampedusa, Crotone e Bari». Ugo Speziani (Pd) ha sottolineato che «a Sant’Angelo è stato fatto un errore», aggiungendo che la proposta fatta da Crespi al prefetto (mettere a disposizione villa Redentore) «è stata una decisione che Sant’Angelo ha subìto senza preavviso». Duro, nelle repliche, il sindaco Crespi, che ha rivendicato l’impegno in prima linea per affrontare l’emergenza, spiegando che gli amministratori pubblici non possono nascondersi ma hanno il dovere di prendere decisioni. «I migranti come le colpe sono sempre degli altri», ha detto, denunciando poi come i comuni, sul caso profughi, siano stati «presi in giro dalle autorità centrali, cioè dallo Stato». Crespi ha poi parlato di «terrorismo» della Lega nord e di «demagogia della paura a pochi mesi dalle elezioni». E ancora, il primo cittadino ha voluto precisare che quella di mettere a disposizione della prefettura villa Redentore è al momento solo una proposta: «Non regaliamo niente. Non ho mai detto di mandare i migranti a Sant’Angelo, ho solo prospettato una possibilità, chiedendo di valutarla. E comunque - ha domandato provocatoriamente ai consiglieri - meglio mettere i migranti in via Costa oppure a villa Redentore?». Crespi ha infine ricordato come a Sant’Angelo finora siano arrivati solo 5 profughi a maggio 2011, rimasti pochi giorni. Poi più nessuno.

Maurizio Cerioli (Pdl) ha denunciato che a Sant’Angelo «ci sono già troppi stranieri», mentre il leghista Devecchi ha parlato di «un sindaco pro tempore che risolve all’intero Lodigiano il problema dei profughi portandoli tutti a casa sua, anzi a casa dei santangiolini». Francesco Cerri, vicecapogruppo di maggioranza, ha però sostenuto la necessità di bocciare la mozione, indicando la piena fiducia del suo gruppo in Crespi, «che ha sempre partecipato agli incontri sull’emergenza profughi su delega della giunta».

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