Auguri di morte alla Meloni, è bagarre a Massalengo

Il portone del Comune sbatte, forte. Si chiude su un consiglio durato dieci minuti in tutto e sulla rissa, che ne è seguita, e che si è protratta per almeno il doppio del tempo. Con urla e accuse reciproche che dall’aula al primo piano del municipio si sono trascinate fino all’atrio del piano terra, zittite infine dal sindaco che ha invitato tutti a lasciare il palazzo e ha sbattuto il portone. Consiglio al vetriolo, finito in rissa verbale, lunedì sera a Massalengo, nonostante il ridottissimo ordine del giorno e il solo punto in programma, ovvero la surroga del consigliere dimissionario Riccardo Natali, che ha lasciato i banchi dell’opposizione. Ad infiammare il dietro le quinte, però, il caso Finotello, ovvero l’uscita-social del consigliere di maggioranza, anche capogruppo, che nelle polemiche all’indomani del Family Day aveva indirizzato all’onorevole Giorgia Meloni un «Crepa» che ha aperto una serie di reazioni fino a suscitare le parole della stessa presidente di Fratelli d’Italia Meloni, che aveva auspicato una presa di distanza dal sindaco di Massalengo Domenico Papagni, mentre i gruppi di opposizione Uniti in Massa e Lega Nord hanno commentato duramente l’atteggiamento del consigliere. Insomma, le premesse per il caos che è andato puntualmente in scena c’erano tutte, anche in assenza di spazi di discussione appropriati. Per questo, il capogrupppo di Uniti in Massa Severino Serafini ha cercato di “forzare” la mano a inizio della seduta, chiedendo la parola al presidente del consiglio comunale e sindaco, Domenico Papagni. Che ha immediatamente negato qualsiasi opzione, se non legata all’ordine del giorno. Costretto a indietreggiare, Severini ha comunque proposto un confronto a consiglio concluso, incontrando di nuovo il no del sindaco. Ratificata la surroga del consigliere Natali, con il primo dei non eletti della lista Uniti in Massa, Gianluigi Zanoni, il sindaco ha immediatemente tolto la seduta. Suscitando tensioni nelle file delle minoranze, che hanno cercato comunque di intervenire per un chiarimento sul caso Finotello, rivolgendosi al sindaco, ma anche al consigliere stesso, che ha deciso di restare in aula e confrontarsi. Almeno fino a che il primo cittadino, che aveva già lasciato l’aula, non è tornato indietro e ha richiamato i suoi all’ordine, invitandoli a uscire e a evitare il confronto. «Non vogliamo strumentalizzare la vicenda, ma ritenevamo opportuno, vista la gravità, parlarne in consiglio comunale - ha detto poi Serafini - : la questione si sarebbe potuta risolvere immediatamente se il consigliere avesse fatto le sue scuse, mentre dal sindaco ci aspettavamo una presa di posizione a tutela di tutto l’organo istituzionale». Posizione che il primo cittadino ha affidato a «Il Cittadino» nella giornata di ieri, ritenendo di non entrare nel merito dell’atteggiamento del singolo consigliere, che ha ribadito di non volere offendere nessuno.

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