Ancora caos per il Cud telematico

L’Unione sindacale di base organizza per domani

una manifestazione di protesta: «Così si penalizzano ancora una volta gli utenti fornendo meno servizi»

Pensionati e disoccupati all’assalto dell’Inps, sempre per il solito motivo: recuperare il Cud, la certificazione unica dei redditi di lavoro dipendente e pensione. Dopo sindacati e patronati, tocca alle sedi dell’Istituto nazionale di previdenza registrare il “pienone”.

A partire da quest’anno, infatti, il documento non sarà più spedito direttamente a casa, ma solo per via telematica, un provvedimento che risale al governo Monti. Moltissimi anziani, però, non hanno dimestichezza con il computer e con le procedure che richiedono un codice Pin, mentre il numero verde messo a disposizione non sempre funziona.

Anche ieri mattina allo sportello di Lodi c’era una lunga fila di gente infuriata.

«Come era ampiamente prevedibile - fa sapere l’Usb, l’Unione sindacale di base, rappresentata da Michele Riccardi -, in questi giorni le nostre sedi sono prese letteralmente d’assalto da parte dei pensionati, che vengono in massa agli sportelli per richiedere una copia del modello Cud. Per una scelta scellerata, la cui responsabilità va equamente ripartita tra il governo dei tecnici di Monti e l’amministrazione dell’Inps, il modello Cud da quest’anno non viene più spedito al domicilio dei pensionati. I giornali nazionali e locali sono pieni di articoli che denunciano il grave disservizio ai danni dei pensionati e di lettere di protesta degli stessi, costretti a code interminabili presso le nostre sedi, o presso gli enti di patronato. Per non parlare delle contestazioni per il balzello di 3,30 euro richiesto dagli uffici postali per la stampa del modello. L’intera operazione viene giustificata con esigenze di risparmio imposte dalla famigerata spending review, ma il danno di immagine per l’istituto è incalcolabile.

Insieme al danno anche la beffa: la legge sulla spending review è stata, infatti, emanata con il seguente titolo: “Misure urgenti di revisione della spesa pubblica a servizi invariati”. Per il sindacato si vuole far credere ai cittadini che i tagli alle pubbliche amministrazioni non abbiano conseguenze sui servizi, ma per Riccardi, che ieri mattina ha incontrato il direttore dell’Inps di Lodi per far presente la situazione, questo non è affatto vero.

«A fronte di questa disastrosa situazione in cui viene pesantemente colpito il buon nome dell’istituto - fa sapere in una nota ufficiale l’Usb -, ancora una volta dobbiamo sottolineare il senso di responsabilità e lo spirito di servizio dimostrati dai colleghi preposti agli sportelli adibiti al rilascio dei Cud che viene rilasciato al momento e come tutti i servizi Inps è del tutto gratuito. Come Usb siamo sempre più convinti che l’impegno delle lavoratrici e dei lavoratori costituisce un baluardo contro questi tentativi di demolire la funzione sociale dell’Inps e ne impedirà la definitiva liquidazione, perseguita da coloro che stanno portando avanti una privatizzazione strisciante, il cui disegno complessivo emerge sempre più evidente giorno dopo giorno».

Proprio per questi motivi l’Usb ha deciso di organizzare un presidio di protesta davanti alla direzione generale dell’Inps, previsto per la giornata di domani alle 10.

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