
Cronaca / Centro Lodigiano
Mercoledì 20 Marzo 2013
Alla centrale di Tavazzano 23 esuberi
E.On, la Provincia ora chiede garanzie
Un periodo di “pensione” provvisorio, ma che durerà almeno tre anni. La centrale E.On di Tavazzano e Montanaso sta per perdere uno dei suoi motori, il gruppo 8, che sarà congelato per far fronte alla crisi dei consumi dell’energia. La notizia, già circolata nei giorni scorsi, è stata comunicata in via ufficiosa anche alle istituzioni lunedì, in un tavolo di confronto a palazzo San Cristoforo. I vertici della multinazionale tedesca dell’energia, che ha acquisito la centrale lodigiana dagli spagnoli di Endesa, hanno incontrato gli enti locali sul piano di ridimensionamento annunciato nelle scorse settimane. Saranno 23 i lavoratori impiegati a Tavazzano a lasciare su base volontaria e con un accordo di accompagnamento alla mobilità che si chiuderà nel 2014. Presenti all’incontro, oltre ai vertici della società, anche il presidente della Provincia Pietro Foroni, l’assessore all’ambiente Elena Maiocchi e i sindaci dei due comuni interessati dalla centrale, il primo cittadino di Tavazzano Giuseppe Russo e quello di Montanaso Luca Ferrari. Dai due sindaci, l’auspicio «perché il percorso di tutela occupazionale concordato con le parti sociali si concluda senza intoppi, soprattutto per evitare disagi alle famiglie interessate dal dimensionamento» ha sottolineato Russo, mentre Ferrari ha ribadito «l’importanza della concertazione sul tema dell’occupazione che riguarda direttamente il territorio». Se la riunione era dunque concentrata sul lavoro e sul percorso che toccherà i dipendenti dello stabilimento, non sono mancati i cenni all’assetto futuro della centrale, in cui la crisi economica diffusa gioca un ruolo chiave. Dopo il passo indietro dalla costruzione del gruppo 9, formalizzata nel 2009 dopo aver sottoscritto una convenzione con gli enti locali nel 2008 per la costruzione e il conseguente nuovo assetto, E.On sarebbe pronta a spegnere anche il gruppo 8, congelandone il funzionamento per almeno tre anni, in virtù di un drastico calo dei consumi. La decisione non è stata ancora formalizzata, ma notizie dovrebbero arrivare già nella giornata di oggi, in cui è attesa la prima conferenza dei servizi per una modifica non sostanziale all’Aia, l’Autorizzazione integrata ambientale. A dare l’eventuale via libera, sarà il ministero, ma anche gli enti locali hanno un ruolo nell’iter in cui sono chiamati ad esprimere il loro parere. Se il nuovo assetto sarà confermato, con il gruppo 8 in “pensione temporanea”, rimarranno in funzione solo i gruppi 5 e 6. Preoccupazione da palazzo San Cristoforo «per il futuro legata proprio al blocco del gruppo 8 e alla mancata realizzazione del gruppo 9», mentre la situazione occupazionale genera «parziale sollievo per le modalità con cui si è deciso di gestire la situazione - spiega l’assessore provinciale all’ambiente Elena Maiocchi -, privilegiando forme di mobilità e di accompagnamento dei dipendenti alla pensione che, pur nella drammaticità del momento, offrono almeno alcune tutele ai lavoratori interessati».
Rossella Mungiello
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