Al via il processo di beatificazione per Bertolotti

Sabato nella Basilica di Sant’Angelo la solenne funzione per ricordare l’esempio di santità del compianto ginecologo

Era uno dei due piccoli tra le braccia del dottor Giancarlo Bertolotti, in una foto ormai diventata celebre: Giuseppe Fiorentini è ora sacerdote nella diocesi di Bergamo, e sabato alle 18 nella Basilica di Sant’Angelo con il Vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi ha concelebrato la Messa solenne di apertura del processo di Beatificazione per Bertolotti. L’ostetrico - ginecologo santangiolino che l’ha aiutato a nascere, nel 1978 al San Matteo di Pavia. E come Fiorentini, sono state innumerevoli le persone legate a «Gino» che hanno partecipato a quella che è sembrata - seppur con la dovuta solennità della prima seduta di un processo - una vera e propria festa tra amici. I parrocchiani, i fratelli, i parenti, le case famiglia di Vigevano e Belgioioso con i bambini, i colleghi medici e operatori sanitari, gli uffici diocesani, il coro di Comunione e Liberazione di Pavia che si è unito a quello della parrocchia, le mamme e le coppie che furono aiutate da Bertolotti. «Per me parroco e per tutta la comunità di Sant’Angelo nelle due parrocchie questa celebrazione è motivo di grande gioia: Bertolotti era un santangiolino doc, ha frequentato il nostro oratorio», ha affermato monsignor Ermanno Livraghi. Tra i concelebranti anche monsignor Claudio Baggini che con “Gino” ha condiviso l’impegno di pastorale familiare, monsignor Carlo Ferrari che da parroco ha celebrato il suo funerale, il 9 novembre 2005. Presenti il sindaco Domenico Crespi e l’amministrazione, il maresciallo Gaetano Carlino, i Vigili del fuoco, le associazioni; ancora, la commissione storica con don Angelo Manfredi, i membri del Tribunale ecclesiastico. «Ognuno ha un motivo suo per essere qui. Il mio grazie si unisce a quello di tutta la comunità di Sant’Angelo, dai sacerdoti ai fedeli, per questo servo della gioia della maternità. Anche in cielo certamente è festa, sento qui vicino gli angeli custodi dei bambini che Bertolotti ha aiutato a nascere, e anche lui ora canta il Magnificat del Signore». Presiedendo l’eucarestia, monsignor Giuseppe Merisi ha ricordato la figura del medico nei suoi tratti di fede, promozione e difesa della vita, celibato come dono.

«Quanti bambini hanno visto la luce proprio grazie alla sua opera di bellezza e intensità anche emotiva davvero singolare. Dio non è dei morti ma dei viventi. Qui la radice dell’impegno di Giancarlo per la vita: ogni vita concepita è dono di Dio,», ha detto. Al termine della messa il Vescovo ha prestato giuramento, tenendo in mano la croce pastorale, e ha firmato l’atto della prima seduta del Processo letto da don Sergio Bertoni notaio ad actum. Dopo di lui monsignor Gabriele Bernardelli, giudice delegato vescovile; don Bassiano Uggè promotore di Giustizia; l’avvocato Luca Marcarini notaio attuario; Maria Ciaccio cursore; Francesca Consolini postulatrice. Inizierà ora l’audizione dei testimoni: il primo convocato è Antonio Bertolotti, fratello di Giancarlo. Il medico che, dalla grande foto sull’altare della Basilica, sorrideva, abbracciato ad una croce.

© RIPRODUZIONE RISERVATA