Al setaccio l’ufficio di Pizzocolo

Tecnicamente «si è avvalso della facoltà di non rispondere» ma si è anche arrabbiato sabato mattina Andrea Pizzocolo durante l’interrogatorio di garanzia a San Vittore. Di fronte al procuratore di Lodi Vincenzo Russo, intervenuto nella speranza che il 41enne di Arese accusato di aver ucciso la 18enne Lavinia Aiolaiei il 7 settembre e di aver sequestrato la 19enne Oana il 7 agosto, a San Martino in Strada, decidesse di collaborare, il ragioniere ha alzato la voce chiedendo chi abbia mai fatto avere alle televisioni i vecchi filmini in cui lui è in vacanza e anche in Brasile con l'attuale compagna. L'indagato si è messo anche a scrivere un memoriale, mentre il difensore Angelo Farina evidenzia una serie di contraddizioni nelle deposizioni rese dalle 19enne che dice di essere stata legata con fascette a mani e polsi e trasportata da Pizzocolo nel bagagliaio della sua Hyundai e poi scaricata a San Martino. «Nella prima denuncia, ai carabinieri di Musocco, questa ragazza dice di aver avuto un rapporto con il cliente che poi l’ha sequestrata, poi però quando viene risentita dalla polizia e riconosce la foto di Pizzocolo sostiene di non aver avuto rapporti e di aver litigato perché si era rifiutata di vedere un film a luci rosse - sottolinea l'avvocato -. Inoltre, dice di essere stata fatta rotolare giù dall’auto, che ripartiva di scatto con il vano bagagli aperto, e di aver prima subito diversi colpi sulla testa: dal referto medico successivo di appena un giorno al fatto non vedo però le lesioni che un trattamento simile, inferto a una persona legata, presumo avrebbe causato». Intanto la squadra mobile della questura di Lodi ha attuato una terza perquisizione a carico di Pizzocolo. Dopo la prima, poche ore dopo il ritrovamento di Lavinia, in auto e nella sua casa, con il sequestro del filmato dello strangolamento della 18enne con due fascette, e la seconda, che aveva permesso di acquisire nell'abitazione una boccettina da 100 cc di etere (un potente anestetico), è stata la volta dell'ufficio del ragioniere nella sede operativa di Pero della ditta di ascensori per cui lavorava da anni: è stata aperta una cassaforte, che si ritiene fosse a sua disposizione, ma sembra che l’unica sorpresa per gli inquirenti sia stata quella di trovarci diverse paia di slip da uomo: la difesa non esclude che le tenesse di ricambio prima delle sue uscite con prostitute o prima di tornare a casa dalla compagna. C’erano anche un paio di boxer, diversi calzini e pantofole omaggio di un motel.

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