Agnelli macellati, nulla di vero

Il pastore di Caselle Lurani estraneo ai fatti

È del tutto estraneo ai fatti che gli erano stati addebitati il pastore di Caselle Lurani accusato a fine marzo di aver macellato degli agnelli in un campo a Sant’Angelo: ancora non ci sono richieste ufficiali al tribunale, ma le indagini si sono concluse accertando l’estraneità di Paolo Cervelli, il pastore di Caselle, e attestando che con ogni probabilità il fatto non è avvenuto. Probabile a questo punto la richiesta di archiviazione.

Tutto risale a fine marzo, quando il presidente dell’Associazione Difesa Animali e Ambiente Lorenzo Croce presentò una denuncia alla procura della repubblica di Lodi a carico di Paolo Cervelli di Caselle Lurani perché, secondo la segnalazione di una donna, Cervelli avrebbe ripetutamente macellato clandestinamente diversi agnelli, in un campo alla periferia di Sant’Angelo, vicino all’ospedale. Nella denuncia si specificava che anche la polizia locale era intervenuta. Sull’accaduto era stato aperto un fascicolo e le indagini erano state affidate al Corpo Forestale dello Stato.

Gli investigatori nei giorni scorsi hanno potuto concludere, anche grazie al sopralluogo del servizio veterinario dell’Asl di Lodi, che Paolo Cervelli non era presente nell’area di Sant’Angelo con le sue greggi e che risultava del tutto estraneo ai fatti che gli erano contestati. A Sant’Angelo in quei giorni stazionava un altro pastore, residente nel centro Lodigiano, e con pascolo itinerante.

Secondo quanto ricostruito dal servizio veterinario dell’Asl, inoltre, non ci sarebbe stata nessuna macellazione clandestina: in quei giorni erano nati diversi agnelli e in un caso una pecora era morta di parto, con la carcassa peraltro smaltita correttamente con l’intervento di una società specializzata. In quei casi è pratica comune tra i pastori sporcare gli agnelli rimasti senza madre del sangue o della placenta di altre nutrici, in modo che li riconoscano come propri piccoli e li allevino. Forse proprio le urla degli agnelli e la presenza di sangue può aver indotto in errore i testimoni, che peraltro non avrebbero confermato agli inquirenti la segnalazione di macellazione clandestina. Parimenti, la polizia locale di Sant’Angelo non è mai intervenuta sul luogo. Gran parte della ricostruzione presentata in denuncia sarebbe dunque falsa.

«Ma la notizia si è sparsa proprio nel periodo di Pasqua e mi ha creato non pochi problemi e ordini cancellati - accusa Paolo Cervelli -. Ora chi mi ripagherà di quello che ho perso e di quello che ho passato? Ho un macello in regola a Caselle, perché mai avrei dovuto compiere gli atti di cui ero accusato? La vicenda però non si chiuderà qui, perché io ho sporto controdenuncia nei confronti dell’associazione e spero che la giustizia vada fino in fondo».

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