A S. Angelo operazioni solo il mattino

Dieci dipendenti sono assenti e la direzione decide di far saltare una quarantina di operazioni di chirurgia generale, plastica e ortopedica, in anestesia locale

Mancano 10 infermieri, da oggi all’ospedale Delmati le sale operatorie del pomeriggio restano chiuse e saltano 40 interventi. La decisione della direzione strategica è arrivata come una doccia fredda, soprattutto per i pazienti che erano in attesa da mesi per farsi operare. «Stante il perdurare di criticità nel personale del blocco operatorio di Lodi-Sant’Angelo, l’attività chirurgica pomeridiana - fa sapere la direttrice sanitaria Angela Bocconi in una nota di servizio - è sospesa da martedì 11, fino a nuovo ordine». A essere saltati sono tutti gli interventi pomeridiani, due sedute di chirurgia generale, una di ortopedia e due di chirurgia plastica, in anestesia locale. Le operatrici che sono state incaricate di avvisare i pazienti hanno dovuto faticare non poco per contenere il disappunto degli ammalati in attesa da molti mesi.

«Mi dispiace e comprendo il loro disagio - commenta Bocconi -. In totale, mancano 10 infermieri nelle sale operatorie, non sono pochi. Mancano 3 persone a Sant’Angelo e 6 o 7 a Lodi: qualcuno è in malattia, altri sono in aspettativa e altri in ferie. Non si riesce a garantire tutto, cerchiamo di far fronte almeno agli interventi più impegnativi che sono quelli della mattina. Abbiamo dovuto tamponare la situazione per domani (oggi, ndr), altrimenti avremmo dovuto sospendere anche una seduta a Lodi. Adesso vediamo come affrontare strategicamente la situazione per proseguire la settimana che è la più complicata di tutta l’estate. Le malattie non si possono programmare».

Il segretario della Federazione sindacati indipendenti Gianfranco Bignamini denuncia: «Tutto questo è successo per problemi organizzativi - commenta -. Ho già pronta una diffida da far partire. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensa il sindaco di Sant’Angelo del fatto che sospendono le sedute operatorie del pomeriggio nel suo ospedale».

Il primo cittadino Domenico Crespi, dal canto suo, preferisce astenersi da qualsiasi giudizio.

«Gli ospedali devono funzionare al meglio - commenta -. La carenza degli operatori non è una questione della quale mi devo occupare, ci mancherebbe che entrassi nel merito. Magari i manager dell’Azienda ospedaliera poi vengono a vedere se asfalto le strade. Rispettiamo le competenze di ciascuno, I medici e i dirigenti hanno buon senso per decidere se quelli che vengono rinviati sono pazienti gravi o no».

Il segretario della Funzione pubblica Cisl Mauro Tresoldi, già nei giorni scorsi, aveva lanciato l’allerta sulla scarsità di personale in sala operatoria e sull’organizzazione degli infermieri.

«A Lodi - rincara Bignamini - viene applicato un turno per il quale c’è sempre un debito orario, a differenza di Casale e Codogno. Avevamo fatto un referendum per cambiare la situazione nella Bassa. È assurdo che per far funzionare le sale operatorie di un ospedale ne chiudano altre. Bisogna rivedere tutta l’organizzazione. Ho già chiesto un incontro con i vertici».

Cristina Vercellone

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