A S. Angelo la truffa sui tributi

Settantamila euro di tasse pagate dai commercianti di Sant’Angelo Lodigiano, per la precisione 68.741 euro e 44 centesimi, sono “spariti”: già nel 2009 il ministero delle Finanze aveva sancito in un elenco ufficiale che la società di Chiavari “Tributi Italia” doveva versare questo importo nelle casse di palazzo Delmati, così come avrebbe dovuto restituire ad altri 134 comuni somme a volte anche maggiori, per un totale di 89 milioni di euro.

Ieri all’alba la vicenda della società amministrata da Giuseppe Saggese, imprenditore 52enne di Rapallo originario di Taranto, e ora in carcere, è deflagrata con le ordinanze cautelari partite proprio dalla procura di Chiavari, dopo le indagini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Genova: l’ipotesi di accusa, per nove indagati, è di peculato aggravato, perché si sospetta un disegno doloso dietro al fatto che i tributi locali riscossi dalla società per conto di centinaia di Comuni (cinquecento in tutto quelli passati nel “libro clienti” della società) non risultino tuttora versati nelle casse dei municipi. La procura chiavarese ipotizza una distrazione di fondi per almeno 20 milioni di euro dalle casse dell’azienda e un “buco” prossimo ai cento milioni.

«Qui a Sant’Angelo al mio insediamento mi ero accorto che la Tributi Italia, incaricata dal mio predecessore Giuseppe Carlin della riscossione del canone sulle pubbliche affissioni, non aveva versato al Comune quanto, proprio per conto del Comune stesso, aveva riscosso, e così avevo rescisso il contratto. Correva l’anno 2008, ma non abbiamo ancora visto una lira - ricorda il sindaco Domenico Crespi -. Siamo però insinuati nella procedura: almeno il fatto che quei soldi li dobbiamo prendere è un dato certo».

Dopo la rescissione “per inadempienza” del contratto da parte del Comune di Sant’Angelo, la Tributi Italia però non si era arresa e aveva fatto ricorso al Tar contro il Comune. Persa la richiesta di sospensiva, la società ligure si era rivolta anche al Consiglio di Stato, ma anche in quel caso il Comune di Sant’Angelo aveva visto riconoscere la legittimità della sua scelta. «A mancare all’appello dovrebbe essere l’equivalente di un anno e mezzo di quanto riscosso - spiega l’avvocato Tiziano Giovanelli di San Colombano al Lambro, incaricato dall’amministrazione barasina di seguire l’annosa vertenza -, l’azienda tra l’altro era poi finita sotto osservazione del ministero dell’Economia». Che il 14 dicembre del 2009 aveva deliberato la cancellazione di Tributi Italia dall’albo dei soggetti privati abilitati a effettuare liquidazione, accertamento e riscossione dei tributi per conto degli enti locali.

La società, con i suoi mille addetti in tutta Italia, era stata quindi posta dal Governo in amministrazione straordinaria, una procedura che coinvolge anche altre sigle del gruppo come A.Ser., San Giorgio Srl, Immobiliare Tributi Italia e Tri.Com. Le redini sono state affidate al commercialista romano Luca Voglino.

Cosa effettivamente ritornerà nelle casse dei Comuni, all’esito della procedura, è oggi impossibile prevederlo.

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