A Massalengo una bomba ecologica

Il cancello aperto, per gran parte del giorno, senza alcun controllo. All’interno «almeno quattro cisterne con sostanze chimiche non identificate» e lastre di eternit smembrate, cadute dalla copertura dell’ex fabbrica, in parte crollata al suolo. «In uno stato generale di abbandono e di pericolo», generato anche dal cancello aperto, che permette a chiunque di entrare, «dai ragazzini che commettono una bravata ai malintenzionati, mettendo a rischio la loro vita e la salubrità dell’ambiente che ci circonda». Nuova “denuncia” ambientale a Massalengo, ancora portata avanti dalle ex liste civiche di opposizione Uniti in Massa e Lega Nord, che per la seconda volta in pochi mesi si sono rivolte alle autorità sanitarie. La prima volta era stata nel mese di febbraio scorso, con l’occhio rivolto alle aziende dismesse del territorio comunale, chiedendo una mappatura del territorio e di tutte le coperture in eternit presenti e censite. Ora, invece, guardando ad una specifica realtà, quello dello stabilimento dell’ex Osal, in località Cascina Priora, nella zona industriale alle spalle dell’ex Madital, lungo la provinciale 23 Lodi Borghetto.

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