Guidesi: «Creiamo una nuova generazione di imprenditori»

L’intervento L’assessore regionale allo Svilippo Economico accompagna il progetto

Lodi

«Un investimento sulla formazione e sulle competenze: elementi distintivi per la qualificazione del nostro territorio». Le parole del presidente della Fondazione comunitaria Alfio Quarteroni, hanno sottolineato la necessità di supportare i giovani nel trovare ciascuno la propria strada. Promuovendo il primo “Campionato dei mestieri” a Lodi, la Fondazione comunitaria ha messo in rete il mondo delle scuole professionali, con le istituzioni e le imprese artigiane, rispondendo al problema della carenza di alcune figure professionali.

«Una sfida che rappresenta un modo per offrire ai ragazzi strumenti reali per guardare al futuro con fiducia, dove non vincerà il più forte, ma il più abile e capace», ha detto Pierluigi Carabelli della Fondazione Cariplo che ha sostenuto il progetto, così come Regione Lombardia, il Comune di Lodi e “il Cittadino” come partner.

Mettendo in sinergia il lavoro dell’Ufficio di piano Ambito di Lodi, dell’Ufficio scolastico territoriale, delle associazioni di categoria (Confartigianato, Unione artigiani, Assolombarda e Ascom commercio) e della Provincia di Lodi, con quello dei Centri di formazione professionale e delle scuole di Formazione professionale, la Fondazione comunitaria ha aperto il Campionato agli studenti del Calam (estetica e acconciatura), Clerici (cucina), Ambrosoli (riparazione autovetture), Asfol (grafica multimediale), Canossa (progettazione meccanica).

«Un progetto che compensa un vuoto - ha detto l’assessore regionale Guido Guidesi -, che investe sulla formazione e il suo coordinamento, creando nuove generazioni di imprenditori: elemento imprescindibile perché la nostra regione continui a essere una realtà manufatturiera».

Proseguendo sulla scia del progetto TiLab, il Campionato è nato grazie a un dialogo costante e proficuo tra le istituzioni, ha detto l’assessore Francesco Milanesi, evidenziando la capacità del Lodigiano di fare rete ma anche la necessità di riconoscere alle nuove generazioni, le giuste responsabilità.

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