Violenze in psichiatria,parte l’inchiesta

Intanto spuntano potenziali nuove “vittime” del medico violentatore

Un’inchiesta interna all’Azienda ospedaliera dopo l’arresto dello psichiatra 55enne. L’indagine è partita ieri, con raccolta di testimonianze tra il personale dei reparti psichiatrici di Lodi, Codogno e Sant’Angelo. Intanto la Consumer Point sta raccogliendo eventuali testimonianze di altre donne che si ritengono vittime dello psichiatra. «Noi le tuteliamo gratuitamente - spiega il presidente dell’associazione Marcello Biffi -. Vogliamo aiutare le donne in difficoltà, che hanno paura e non se la sentono di denunciare. Abbiamo raccolto le testimonianze delle due donne che si sono decise a farlo. Non è semplice, il ricordo fa riaffiorare il dolore. Una sua paziente, appresa la notizia dell’arresto, ha avuto addirittura una crisi, ma questa non denuncerà mai, sta troppo male». Il medico 55enne di Pavia, che era anche consulente del tribunale di Lodi, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale pluriaggravata nei confronti di due pazienti del servizio psichiatrico di diagnosi e cura di Codogno e il giorno stesso è stato sospeso dal suo incarico. «Ora abbiamo aperto un’indagine interna - spiega il responsabile del dipartimento di salute mentale Eligio Gatti -, poi avvieremo, probabilmente un procedimento disciplinare nei suoi confronti, in attesa che l’autorità giudiziaria si pronunci. Valuteremo i suoi comportamenti interni. Per quanto riguarda il Lodigiano questo è il primo caso di psichiatra arrestato con queste accuse». Recentemente è stato condannato, per gli stessi motivi, uno psichiatra di Lecco, uno di Nocera e uno di Palermo. «Per noi lodigiani - ribadisce Gatti - è davvero un fulmine a ciel sereno. Proveniamo da una tradizione corretta, siamo tutti dalla stessa scuola di Pavia e Milano».

Adesso la Consumer Point vuole far luce sulla vicenda, come ha fatto con l’inchiesta dell’ospedale Santa Rita. In quel caso aveva raccolto tutte le testimonianze delle donne operate senza motivo nella clinica milanese e le aveva seguite nell’iter processuale. «Noi offriamo la consulenza gratuita - spiega Biffi -, vogliamo che le donne siano tutelate. I racconti emersi dalle due donne parlano di un tentativo da parte dello psichiatra di inserirsi nella loro vita famigliare. Secondo i racconti il medico cercava di accattivarsi la fiducia dei parenti. Dava appuntamento alla sera alle pazienti, cercava di convincerle che le voleva difendere da incontri inopportuni, poi le metteva contro i genitori; le donne si sentivano impotenti a reagire. Non si faceva sentire per un po’, poi mandava i messaggini, creava nelle ragazze un senso di dipendenza da lui. So anche di altre pazienti che sono state avvicinate in modo inopportuno. I carabinieri hanno una lista di 50 pazienti da intervistare, quelle emerse dai suoi contatti sul cellulare. Noi invitiamo tutte le donne a farsi avanti e a telefonarci al 340/6740957 o al 335/232178». Ora toccherà alla magistratura accertare la verità.

Cristina Vercellone

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