«Via Roma come un vespasiano»

Basta pipì e “bisognini” vari su vetrine ed ingressi dei negozi del centro. «Via Roma è ormai scambiata per un vespasiano a cielo aperto per cani. Adesso però basta: siamo stufi di dover ogni mattina disinfettare con candeggina marciapiedi e soglie dei negozi»: è uno sfogo d’esasperazione quello che accomuna molti dei commercianti del salotto buono della città, esasperati perché devono combattere fetore e sporcizia lasciati dal passaggio di molti Fido che la loro pipì (ma anche i loro escrementi) la fanno sugli stipiti delle vetrine e pure sugli angoli delle fioriere, delle panchine e dei cestini porta rifiuti del centro. In primis di via Roma e di piazza XX Settembre, aree centrali del passeggio codognese. Tra i negozianti, ormai c’è chi ha preso l’abitudine di spargere polveri repellenti lungo tutto il perimetro del negozio. Per tutti vale poi il metodo tradizionale: ramazza e candeggina, da usare ogni mattina su marciapiedi ed ingressi dei negozi. «Nessuno ce l’ha con i cani - questo il commento dei negozianti - . La moda dilagante di possedere un cane ha però fatto aumentare queste situazioni incresciose. Mettiamoci poi che la buona educazione è un valore sempre più raro e il risultato è uno solo: puzze, macchie ormai indelebili, sporcizia. Alcuni palazzi di via Roma hanno perfino gli angoli corrosi dall’acidità dell’urina».

Molte le segnalazioni fatte al Comune. Ma il problema non è rientrato, anzi. E così c’è chi periodicamente è costretto a cambiare lo zerbino d’ingresso al negozio, scambiato per una lettiera per animali. «Ci vorrebbero multe ad hoc ma anche più passaggi di pulizia delle strade - sbottano gli esercenti - . Spazzini e spazzatrici dove sono? Perché tra escrementi, cicche di sigarette, cartacce nelle fioriere il centro è un degrado».

Un esercente ha fatto la prova: un “bisognino” di un cane l’ha osservato in strada per 18 giorni di fila. «Il padrone non l’ha tolto ma in quasi venti giorni non c’è stata nessuna pulizia della strada. Alla fine la cacca l’abbiamo tolta noi».

L. L.

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