Via al processo dell’agenzia Assoquattro

Alle ex titolari della storica attività di Codogno, tre sorelle di origini bresciane, sono contestati almeno ventidue episodi sospetti avvenuti dal 2010 in avanti

Si è aperto ieri il processo per le tre sorelle di origini bresciane titolari di una agenzia di viaggio a Codogno e accusate di “truffa aggravata” e “insolvenza fraudolenta”.

Ieri in aula si sono presentate alcune delle oltre venti persone, ognuna con il suo avvocato, che ritengono di essere state truffate e che sperano di ottenere un risarcimento per il danno subito. Presenti ovviamente anche gli avvocati delle tre imputate.

L’udienza comunque si è chiusa con un rinvio a febbraio. Mancava infatti la notifica a una delle parti offese, una donna inglese che non si riesce a rintracciare, e questo ha costretto il giudice Vincenzo Picciotti a rinviare l’udienza. Se ne riparlerà il quattro febbraio prossimo, quando verrà aperto ufficialmente il dibattimento e verrà sentito anche il primo testimone del pubblico ministero (uno dei carabinieri di Codogno che ha condotto le indagini).

Le sorelle a processo, quindi, ex titolari della storica agenzia Assoquattro di Codogno in via Roma, sono L.S. di 48 anni, A.S. di 49 e R.S. di 46. Alle prime due viene contestato un solo episodio di truffa aggravata, commesso in concorso con la terza, R.S. (accusata anche di insolvenza fraudolenta), a cui invece vengono contestati una lunga serie di episodi che la procura della repubblica ha ritenuto potenziali illeciti di tipo penale.

A una quarta sorella, invece, G.P.S., non è stata contestata nessuna ipotesi di reato.

Nel dicembre scorso c’era stato il rinvio a giudizio, con la decisione delle sorelle di affrontare il processo e di difendersi davanti a un giudice, per esaminare una per una le accuse di ben 22 capi di imputazione.

L’agenzia Assoquattro era aperta a Codogno da circa vent’anni e in passato non c’erano mai stati problemi con i clienti. Solo dal 2010, come ha ricostruito la procura, sarebbero emersi episodi di rilevanza penale su cui hanno indagato i carabinieri di Codogno.

Le indagini erano partite quindi dalla denuncia presentata in caserma da tre persone: il 54enne A.B. di Guardamiglio e il 56enne M.M., convinti ad entrare nel giro di affari dell’agenzia versando 47mila euro per l’acquisto in comune di pacchetti viaggio; e il 57enne L.L., di San Fiorano, che aveva sborsato 67mila euro nella convinzione di poter sistemare il figlio con un lavoro in agenzia.

Poi, poco alla volta, altre persone sono venute allo scoperto sostenendo di essere state truffate. Alcune agenzie non si sarebbero mai viste rimborsare somme di denaro anticipate su richiesta di R.S., e sulla stessa grava anche il sospetto di aver incassato senza titolo alcuni assegni che le erano stati affidati come garanzia.

Secondo la difesa si trattava di episodi da chiarire in sede civile, e non penale. Ieri però si è aperto il processo e ora il giudice cercherà di appurare cosa sia realmente accaduto in quella agenzia di viaggi e se siano state effettivamente commesse delle truffe.

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