Una lettera al Papa per la Francigena

Anche Francesco Ferrari e Giovanni Favari della Compagnia di Sigerico hanno siglato la lettera inviata al Santo Padre per sollecitarlo a riconoscere l’importanza della strada dei pellegrini

Papa Francesco a Senna Lodigiana. É la sorpresa in cui sperano Francesco Ferrari e Giovanni Favari della Compagnia di Sigerico, ora che i sindaci e rappresentanti italiani della via Francigena hanno inviato una lettera al Pontefice per poterlo incontrare e discutere con Lui il rilancio del “pellegrinaggio a piedi come stile di vita”. Sono parole appassionate, quelle rivolte dai portavoce dalla via Romea, come è chiamato il tracciato che collega Roma a Canterbury e nel Lodigiano si sviluppa per 5 chilometri, dal ponte del Lambro nel comune di Orio Litta fino al guado di Corte Sant’Andrea, in territorio di Senna Lodigiana.

I chilometri percorsi dai pellegrini lungo la via Francigena “lodigiana” diventano però 30, quando in caso di calamità che impediscano l’attraversamento del Po o per qualsiasi altro contrattempo, decidano di raggiungere San Rocco al Porto e approdare da lì sulla sponda emiliana. Tant’è. Francesco Ferrari, nato a Ospedaletto Lodigiano ma residente da anni a Orio Litta di cui è stato sindaco per tre mandati, è l’attuale vicepresidente dell’Associazione Europea delle vie Francigene nonché vicepresidente della Compagnia di Sigerico, il più vecchio e grande sodalizio in seno alla prima. E in virtù di quest’incarico è tra i firmatari della lettera spedita a Sua Santità Papa Francesco lo scorso 30 dicembre.

Ma c’è una ragione in più che lega il Pontefice al Basso Lodigiano ed è richiamata espressamente nella lettera: «I nostri territori aderiscono all’Associazione Europea delle Vie Francigene, che conta oltre cento città, province e regioni d’Europa di ogni dimensione, tra cui Senna Lodigiana, che ha dato i natali a Padre Enrico Pozzoli che sappiamo essere a Lei così caro».

Il sacerdote sennese battezzò l’allora Jorge Mario Bergoglio in Argentina, la terra dove fu impegnato come missionario. Lo scritto prosegue: «Siamo da anni impegnati a diffondere e far conoscere nelle nostre comunità la cultura dell’accoglienza, dello scambio e dell’attenzione verso il pellegrino, accanto a parrocchie e associazionismo sia laico che cattolico, convinti che l’esperienza del viaggio a piedi renda più aperto, umano e tollerante sia chi cammina sia chi accoglie».

Dopo aver ricordato il pellegrinaggio di Papa Giovanni Paolo II nel 1992 a Santiago de Compostela, i firmatari concludono con un invito al Papa: «Saremmo lieti di poterLa incontrare, nella forma che riterrà utile, per illustrarLe quanto le numerosissime realtà locali di tutta Europa siano pronte a uno sforzo straordinario, disponibili a supportare ogni eventuale iniziativa che Ella volesse intraprendere per rilanciare il pellegrinaggio a piedi come stile di vita, cristiano, sobrio e sostenibile». Chissà che proprio la Bassa Lodigiana sia scelta per questo appuntamento storico.

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