Un maxi furto di rame all’ex Samor

I ladri sono entrati in azione diverse volte

Era una miniera di rame a cielo aperto e alla fine qualcuno ci ha messo gli occhi sopra. Era, perché sono rimasti soltanto cavi mozzi e brandelli di fili penzolanti dal tetto, delle decine di quintali di rame che facevano dell’ex Samor una carcassa dismessa ma non del tutto fuori uso.

Nelle sue stanze viene stoccata ancora della farina, e le vecchie bilance industriali servivano per pesare i carichi. Fino a prima che i ladri razziassero tutti i cavi dell’impianto elettrico, facendolo saltare completamente. Adesso infatti non funziona più niente. Il raid è avvenuto a più riprese ed è stato ultimato un paio di settimane fa, sono passati però diversi giorni prima che ci si potesse accorgere di quello che era successo. Il traffico della merce non è giornaliero, per cui i ladri hanno avuto tutto il tempo per entrare chissà quante volte, fino a portare a termine il blitz.

Il “lavoro” non è stato infatti una passeggiata, con tutto il rame che c’era da ripulire. Così hanno strappato tutti i conduttori delle masse a terra che imbrigliavano l’edificio, fili di rame posizionati a quattro metri di distanza uno dall’altro sia sul tetto che verticalmente lungo le pareti. Quindi si sono presi l’oro rosso dell’impianto elettrico: per farlo hanno fatto irruzione nella ditta e tagliato i cavi che fuoriuscivano dalle pareti e dalle tubature. Si può immaginare quanti fossero, se si considera che servivano a far funzionare l’intera industria, e per darsene un’idea basta osservare la foresta di spezzoni rimasti.

I malviventi non si sono però accontentati di quelli: muovendosi sempre all’interno dell’edificio si sono arrampicati in cima alla “torretta” su cui è piantato il parafulmini e hanno spaccato i vetri che danno all’esterno per afferrare il filo di scarico della tensione elettrica che vi era collegato. Un conduttore in rame naturalmente. Quantificare il materiale che sono riusciti a prendere non è neppure facile, secondo gli operai che sono all’opera nel cantiere a fianco dello stabilimento potrebbe però trattarsi di diversi quintali. Almeno venti. Di puro oro rosso, perché i ladri hanno persino sostato sul posto e ripulito i cavi delle guaine in plastica. Nel piazzale sul retro dello stabile hanno lasciato infatti i rimasugli della pulitura fatta le notti stesse dei blitz. Perché tanta fretta? Piazzare il rame sul mercato oggi è un gioco da ragazzi e si può guadagnare fino a tre euro al chilo, ma solo se si consegna il materiale senza rivestimento. Se questo rimane attaccato, il prezzo scende addirittura fino a un euro. Per questo vale la pena levare le guaine e caricare soltanto il rame bell’è pronto per essere venduto.

I ladri che hanno fatto centro alla ex Samor naturalmente lo sapevano, e hanno puntato al massimo del bottino.

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