Trecento anziani in lista d’attesa per la casa di riposo di via Fleming a Casale

Per i responsabili è segno di fiducia «ma ora va valorizzato il Centro diurno»

Trecento persone in lista d’attesa per la casa di riposo Vittadini-Terzaghi di via Fleming. Dopo il periodo buio della pandemia, i numeri degli anziani che cercano un posto nelle Rsa è in continua crescita. Nell’Azienda Speciale dei Servizi di Casalpusterlengo I “letti” a disposizione sono 80, di cui 20 riservati al “Nucleo Alzheimer”, tutti occupati. Sono 40 invece quelli del Centro diurno integrato (Cdi), dove 13 risultano al momento liberi.

«La nostra politica è la cura dell’ospite a 360°, non solo sotto l’aspetto sanitario ma anche relazionale, creando giornate di vita “significative” con animazione, fisioterapia… - spiega la direttrice Maria Claudia Bosoni -. Investiamo molto anche sulla formazione del personale, finalizzata all’umanizzazione delle cure e al miglioramento della qualità della vita sia per gli ospiti sia per famigliari e operatori». La soddisfazione è testimoniata non solo dall’impressionante lista d’attesa, ma anche dal fatto che «parecchi famigliari fanno i volontari nell’associazione “Amici della Rsa e del Cdi di Casalpusterlengo” – prosegue la direttrice -. Inoltre si assiste a uno scambio intergenerazionale, con tante ragazze che fanno volontariato. Un bel segnale, credo».

Dopo la frattura determinata dalla pandemia, sono in risalita ma non ancora come prima del Covid, invece, le persone che frequentano il Cdi. Un’opportunità che andrebbe colta, riflette Elena Misto, responsabile del “centro” e referente del settore educativo dell’Azienda Speciale: «Spesso c’è un pregiudizio nell’affacciarsi al Centro diurno e ci si rivolge a noi per lo più per entrare in casa di riposo, quando invece l’80 per cento degli anziani potrebbe tranquillamente accedere al Centro diurno, che è una struttura semi-residenziale in regime diurno, dal lunedì al venerdì, con pranzo e cena, la possibilità di bagno settimanale, parrucchiere e podologo, cure infermieristiche, fisioterapia e attività ricreative: questo spazio di relazione rallenta il decadimento cognitivo e crea quelle relazioni che sono il sale della vita».

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