Stazione di Codogno, cantiere infinito

Lavori piantati a metà e disagi per i pendolari

Doveva terminare il 2 settembre. Ma a distanza di due mesi il cantiere di riqualificazione della stazione ferroviara è tutt’altro che concluso: una situazione di precarietà visibilissima, dove la sensazione è quella di un cantiere lasciato a metà, che potrebbe ripartire da un momento all’altro ma che invece, giorno dopo giorno, resta fermo. E dire che a primavera l’intervento avviato da Rete Ferroviaria Italiana era partito di buona lena: sala d’aspetto interna finalmente riaperta, smantellamento delle vecchie sale di attesa sui binari, nuove ringhiere di metallo per le uscite del sottopassaggio. Ad agosto i lavori si erano però improvvisamente fermati. E da lì non sono praticamente più ripartiti.

Il ponteggio che copre parte della facciata della stazione lascia intendere che il restying prima o poi riprenderà. Ma al momento quel che prevale è solo una sensazione di abbandono. Si scende nel sottopasso ed è tutto un correre di intonaci rovinati e lasciati scoperti in più punti, nelle zone dove si è intervenuto per sanare alcune infiltrazioni d’acqua. Lavori a metà anche sui binari: qui le vecchie sale di attesa sono sparite ma nessun ripristino è stato fatto alle banchine, ancora delimitate dai teloni rossi tipici da cantiere, tra asfalti del tutto grezzi e rovinati. Sempre sui binari sono poi visibilissimi i diversi cavi elettrici che penzolano a casaccio dalle colonne delle pensiline o che corrono a terra, sicuramente un fattore non certo di tranquillità per la sicurezza dei pendolari. Nelle scorse settimane a verificare la situazione in stazione si è recato il consigliere comunale delegato a mobilità e pendolarismo Giovanni Ghilardelli, che già nei mesi scorsi aveva tenuto contatti diretti con Rfi, inizialmente per sollecitare l’avvio del cantiere, quindi per verificarne l’avanzamento. La sua lettera inviata nei giorni scorsi ad Rfi testimonia la precarietà della zona: «Ho verificato con i miei occhi che ci sono pezzi di intonaco cadente, obliteratrici staccate dal loro sostegno e abbandonate sui marciapiedi e, cosa ancora più grave, cavi elettrici lasciati allo scoperto», ha scritto ad Rfi Ghilardelli che, nel sollecitare la ripresa del cantiere, ha richiesto anche «ulteriori sedute e monitor per la sala d’aspetto, nonché cestini per la spazzatura per i marciapiedi».

Rfi ha risposto giustificando il fermo del cantiere con «modifiche dell’assetto societario della ditta esecutrice dei lavori» e con la necessità dopo il terremoto di maggio in Emilia di «rivedere la staticità di alcune opere esistenti e in corso di realizzazione». Nell’assicurare «verifiche immediate» per le segnalazioni inerenti la sicurezza dell’area limitrofa al cantiere, Rfi ha però confermato tempistiche non brevi per la conclusione dei lavori: una volta riavviato il cantiere, la stima è di 30 giorni lavorativi per terminare il restyling al fabbricato viaggiatori e di 90 giorni circa per i lavori a banchine e pensiline, più complessi per le interferenze con l’esercizio ferroviario ma per cui sono previste anche lavorazioni in orari notturni.

Luisa Luccini

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