
L’allarme lo hanno sentito anche i sanfioranesi che abitano distanti dal bar, una sirena insistente che ha fatto balzare giù dal letto intorno alle 2 di sabato notte.
Così da due giorni a San Fiorano non si parla d’altro, della spaccata al bar Sixty nella centralissima via Pallavicino: i malviventi hanno sfondato l’ingresso con un furgone poi risultato rubato, e vi hanno caricato sopra le slot machine e il cambiamonete del locale. Il tutto in un batter d’occhio, così quando il sistema di sicurezza è entrato in funzione e i residenti sono corsi a vedere cosa diavolo fosse successo, i ladri erano già al volante del mezzo pronti a dare il secondo affondo pochi metri più in là.
Prima di lasciare il paese, hanno infatti approfittato della corsa precipitosa della titolare al bar e si sono introdotti nella sua abitazione rimasta scoperta sfruttando l’ingresso in viale Italia, il vialone parallelo a via Pallavicino. Dopo la “visita” sono quindi rimontati sul furgone e via senza perdere tempo in direzione di Corno Giovine.
«La sirena è andata avanti a suonare per una decina di minuti - ha raccontato una sanfioranese -, abito non proprio vicino al Sixty ma l’ho sentita benissimo». Come lei molti altri, nessuno però è riuscito a scorgere il mezzo con i ladri in fuga. «Erano pressappoco le tre - ha continuato la donna - che poi con il cambio dell’ora erano le due, fuori c’era una nebbia terribile e non si riusciva a vedere niente». La banda ha inforcato il rettilineo che porta a Corno Giovine e si è fermata in un campo vicino alla cascina Corradina per sbarazzarsi delle macchinette: non prima di averle svuotate del contenuto in monete naturalmente.
L’ammontare del bottino è in fase di accertamento ma siccome in settimana le slot non avevano “pagato” potrebbe trattarsi di un bel gruzzolo. Oltre alle “carcasse” delle macchinette divelte, gli autori del blitz hanno lasciato nel campo persino il mezzo usato come ariete, il che fa presupporre ne avessero un altro d’appoggio con cui far perdere le proprie tracce. L’azione nel suo complesso si è svolta infatti secondo un piano ben preciso, che deve aver visto all’opera più persone.
Qualcuno ha fatto da palo in via Pallavicino mentre i soci irrompevano nel locale, e li ha poi avvertiti che l’abitazione della titolare era rimasta libera. Doveva essere senz’altro a bordo di una vettura “mimetizzata” dalla nebbia, quella usata dalla banda che si è dileguata senza lasciare traccia. A parte le slot e il furgone trovati nelle campagne della Bassa.
Laura Gozzini
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