Santo Stefano, caso eredità: il Comune deve restituire tutto a due sorelle

La sentenza: il testamento dell’era Lodigiani era falso, in gioco 710mila euro, casa e terreni

Il Comune di Santo Stefano Lodigiano deve restituire a due sorelle 710mila euro oltre a un’abitazione in località Filolungo e otto terreni: lo stabilisce la sentenza di primo grado del tribunale civile di Lodi che nelle scorse settimane ha dichiarato nullo il testamento olografo apparentemente sottoscritto nel settembre del 2010 da Maria Luisa Grazia Ghiringhelli, mancata nell’aprile del 2018 all’età di 59 anni. Il testamento pubblicato dal notaio Angelo Squintani di Lodi due settimane dopo il decesso nominava il Comune unico erede di tutte le proprietà della donna, che non aveva né marito né figli. Per legge il suo patrimonio sarebbe spettato, al 50 per cento ciascuna, alle zie T.C. e C.M.C., sorelle della mamma della defunta, che oggi hanno rispettivamente 85 e 88 anni e abitano in altri due piccoli centri del Basso Lodigiano. Le donne, quando hanno saputo che invece tutta l’eredità sarebbe andata al Comune, nel settembre del 2018 avevano adito le vie legali, invocando anche accertamenti sulle circostanze della morte della loro nipote e intimando al Comune attraverso gli avvocati Angelo Ciocca e Sara Soldati di sospendere le attività di liquidazione del patrimonio. Ciononostante a novembre del 2018 il Comune di Santo Stefano, allora guidato dal sindaco Massimiliano Lodigiani, aveva ugualmente messo all’asta di dieci degli appezzamenti di terreno ereditati dalla signorina Ghiringhelli, , da cui aveva ricavato 251.800 euro.

Successivamente però, nel giugno del 2020, un perito del tribunale di Lodi aveva dichiarato apocrifo il testamento della donna, ritenendolo non redatto né sottoscritto da lei. Il tribunale di Lodi alla luce della perizia ha quindi aperto la successione ai sensi di legge, dichiarando eredi legittime le due zie e accogliendo la loro richiesta di condannare il Comune a restituire a loro tutti i beni dell’eredità Ghiringhelli: conti correnti per 53mila euro, 249mila euro in titoli, un’abitazione in San Fiorano e 8 terreni nello stesso comune, ancora di proprietà del municipio che non li aveva messi all’asta. Per gli altri dieci, già venduti (per 251.800 euro) la sentenza ordina invece al Comune di liquidare alle due riconosciute eredi legittime non la somma incassata all’asta, ma il valore della stima (redatta a fine 2018 dall’ufficio tecnico comunale) che era molto superiore, quasi 419mila euro, “non potendo ricadere sulle eredi la mala gestio del Comune”, annotano al riguardo i giudici.

Il Comune, nelle sue conclusioni, aveva invece chiesto di chiamare in causa come terzo l’ex sindaco Lodigiani. Istanza respinta dal tribunale per motivi procedurali. Lodigiani, per l’accusa di aver organizzato la falsificazione del testamento e per altre contestazioni è stato nel frattempo condannato con concordato in appello nel febbraio scorso a due anni di reclusione, pena sospesa, all’esito di indagini della guardia di finanza.

Tecnicamente il Comune potrebbe proporre appello, con il rischio che le due zie della defunta debbano attendere altri anni prima di poter disporre di beni di famiglia. Al momento, nonostante la loro età, sembra che non vogliano fare “pressing” sul municipio per non creare difficoltà di bilancio. Il sindaco Marinella Testolina da parte sua farà il punto venerdì alle 18.30 in un’assemblea pubblica nel salone Polivalente di via Forni.

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