SAN ROCCO Il frontale ha rovinato la vita a Zoe, autista condannato

L’episodio nell’agosto 2018, la bambina di Codogno, che all’epoca aveva 9 anni, rischiò di perdere la vita

Mercoledì 22 febbraio il tribunale di Lodi ha condannato in sede penale a 1 anno e 10 mesi di reclusione, con sospensione della pena, l’uomo che nell’agosto del 2018 causò a San Rocco al Porto l’incidente frontale in cui la piccola Zoe Bassanini di Codogno, che aveva 9 anni all’epoca dei fatti, rischiò di perdere la vita; scontro a seguito del quale la bambina dovette affrontare numerose operazioni, rimanendo offesa al cranio e al volto con complicazioni che tutt’oggi stanno richiedendo cure e intervenuti chirurgici.

L’uomo è stato ritenuto colpevole del reato di lesioni colpose gravissime (articolo 590 bis c.p). Al 56enne del Bergamasco (che quando avvenne l’incidente aveva 52 anni) è stata revocata anche la patente.

Ora però l’avvocato della famiglia Bassanini, il dottor Mattia Alfano del noto studio Alfano di Firenze, si prepara ad affrontare la causa in sede civile.

Risarcire il dolore della famiglia Bassanini e soprattutto di Zoe, oggi 14 anni, rimane tuttavia umanamente impossibile.

Il processo si era aperto nell’aprile del 2019: a distanza di 5 anni la famiglia Bassanini, papà Matteo, mamma Elisa e i figli Zoe e Samuel hanno vinto la prima battaglia che non è nulla se paragonata agli ostacoli che hanno dovuto superare a partire dalla notte fra l’8 e il 9 agosto del 2018.

«Credo che alla luce di questo verdetto, adesso l’uomo che ha causato questo incidente e che in questi anni non ha mostrato personalmente alcun segno di pentimento, senza neppure mai presentarsi alle udienze, avrà modo di fermarsi a riflettere su quel che ha fatto», commenta il papà, Matteo Bassanini che sulla base di quanto accaduto la sera dell’incidente sceglie anche di lanciare un appello: «Quante volte le persone raccontano di aver bevuto parecchio e di essere arrivate a casa non si sa come, per un colpo di fortuna: invito queste persone a riflettere su quanto accaduto a mia figlia Zoe, guidare in stato di ebrezza può devastare la vita delle persone». Bassanini continua: «Ci sono voluti cinque anni per arrivare a questa sentenza, anche perché il covid ha rallentato il processo, e in questi anni la nostra famiglia è stata profondamente segnata».

Sul «Cittadino» di oggi, 24 febbraio 2023, potete leggere l’articolo di Sara Gambarini

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