Rilevatori di gas, 90enne nel mirino

Operatori di una ditta regolare hanno venduto due strumenti a un anziano per 498 euro. Il figlio della “vittima” vuole rescindere il contratto stipulato

Novantenne si lascia abbindolare e firma un contratto da 498 euro per l’acquisto di due rilevatori di fughe di gas.

É accaduto martedì pomeriggio in via Matteotti a Bertonico, dove l’anziano ha ricevuto la visita dei rappresentanti di una ditta specializzata che gli hanno proposto di mettere in sicurezza l’abitazione installando le apparecchiature. Il 90enne, che è vedovo e vive solo, ha da subito diffidato degli sconosciuti domandando apertamente se stessero cercando di ingannarlo, ma quelli l’hanno rassicurato e sono andati avanti a presentare il loro prodotto. «Non mi fido, preferisco aspettare che torni a casa mio figlio» ha insistito l’anziano, trovando però in risposta nuove rassicurazioni da parte dei venditori.

Convinto ad accettare l’offerta, il 90enne ha quindi firmato il contratto che i rappresentanti gli hanno messo davanti e poi è andato a prendere il libretto degli assegni per pagare.

Vedendo poco bene, dopo aver firmato l’assegno, l’anziano si è trovato in difficoltà nello scrivere l’importo dei due rilevatori e così i rappresentanti si sono proposti di farlo loro.

Mentre uno dei due spiegava all’anziano l’importanza degli apparecchi e la serietà della ditta, il collega ha installato un rilevatore sopra il fornello della cucina e l’altro vicino alla stufa nella sala da pranzo. Concluso l’affare, i due venditori hanno salutato e se ne sono andati. Rincasato il figlio, il 90enne gli ha spiegato della strana visita. Era turbato e anche la sua spiegazione poco chiara, così quando il figlio gli ha domandato dove fosse il contratto e quale cifra i due avessero messo sull’assegno, il poveretto non ha saputo che dire.

Il sospetto di una truffa ha spinto il figlio ad avvertire i carabinieri e contattare la banca per bloccare immediatamente l’assegno. Per fortuna si è riusciti a farlo prima che venisse incassato, anche se ciò non è bastato a tranquillizzare l’anziano, che temendo di aver perso tutto quel denaro è stato colto da tachicardia e la notte non ha chiuso occhio.

Ieri mattina, ripercorrendo di nuovo la vicenda, il figlio ha scoperto che nella scatola dov’era contenuto uno dei rilevatori, i rappresentanti avevano lasciato la ricevuta. Con il nome della ditta per cui lavorano e la somma dovuta per l’acquisto.

Anche accertate le credenziali dei venditori, per il figlio del 90enne resta la poca trasparenza dell’intera operazione: «Non discuto la regolarità del contratto, ma ritengo non sia corretto presentarsi a casa di un 90enne e rifilargli della merce da 498 euro, tanto più che i rilevatori sono stati installati in due stanze attigue e i tecnici che abbiamo interpellato ci hanno confermato che doppioni non servono. In ogni caso domattina (oggi per chi legge, ndr) li spedirò indietro con raccomandata come prevede il contratto, perché non li vogliamo».

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