Raccolta abusiva porta a porta di abiti
e calzature, a Cavacurta denunciato un 38enne

Il comandante della polizia locale Castaldi: «Sono considerati rifiuti, serve un’autorizzazione»

Raccolta abusiva di scarpe e abiti usati: la polizia locale intercomunale di Maleo ha denunciato un 38enne, originario del Marocco ma residente in provincia di Roma, che il 29 ottobre, a Castelgerundo (località Cavacurta) stava effettuando porta a porta la raccolta non autorizzata di calzature e vestiti. È stato fermato mentre caricava i sacchi su un furgoncino.

Con il commissario Roberto Castaldi, comandante della polizia intercomunale di Maleo (che opera anche a Castelgerundo, Cornovecchio, Pizzighettone) indaghiamo il fenomeno.

Comandante, perché si parla di reato?

«La raccolta di indumenti usati necessita di un’autorizzazione prevista dal Testo unico ambientale. Per la legge infatti gli abiti usati sono considerati rifiuti. Per raccoglierli ci vuole l’autorizzazione».

Che pene sono previste?

«L’arresto da 3 mesi a 1 anno e l’ammenda da 2.600 euro a 26.000 euro».

Come riconoscere un’iniziativa corretta da una non autorizzata?

«I volantini in questione spesso sono anonimi. E il fatto che non sia indicato chiaramente chi promuove questa iniziative e a chi vengono destinati gli abiti dismessi dovrebbe insospettire. Per essere ulteriormente sicuri, basta fare una telefonata in Comune, in questo caso al comando, per verificare che ci sia l’autorizzazione a effettuare questa raccolta».

Che fine fa questa merce?

«I cittadini pensano di agire in buona fede, ma in questi casi finiscono con l’alimentare inconsapevolmente il traffico di merce che viene poi rivenduta, rimessa sul mercato, senza alcuna tracciabilità, senza il corretto rispetto delle regole. Oppure, se non adatta a esser rivenduta, abbandonata nei fossi e per le strade. Ricordo comunque che nei comuni esistono dei contenitori autorizzati per il ritiro di indumenti usati e canali deputati a iniziative davvero benefiche».

Come state operando per arginare il fenomeno?

«Un anno fa abbiamo denunciato una persona a Maleo, dove certi volantini non si sono più visti. A Castelgerundo ci siamo appostati in corrispondenza dei giorni indicati per il ritiro indicati, cogliendo l’uomo sul fatto».

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