Profughi, è una corsa contro il tempo

Entro giovedì la “mappa” di strutture adatte per l’accoglienza

Emergenza profughi: entro il 30 giugno i comuni del Lodigiano dovranno comunicare alla prefettura la disponibilità di strutture pubbliche destinate all’accoglienza dei rifugiati in arrivo dal Nord Africa. Avviato giovedì scorso dopo la fallimentare gestione dell’accoglienza dei dodici profughi collocati nella Rsa codognese, il tavolo prefettizio territoriale prosegue nel suo lavoro di coordinamento. Che pure una soluzione al “caso” più scottante, quello proprio di Codogno, ancora non l’ha data: i dodici nordafricani per ora restano ancora nell’ex ospedale psichiatrico di viale Vittorio Veneto, nonostante critiche e polemiche politiche abbiano reso incandescente la problematica. E sulla questione è pure attesa la commissione comunale alle politiche sociali: salvo cambiamenti dell’ultima ora, la riunione dovrebbe tenersi già questo giovedì in municipio alla presenza dell’assessore alla partita Rosanna Montani, in agenda proprio la situazione profughi a Codogno. Quel che è sicuro è che la questione ha smosso l’intera provincia. Ieri il tema dei profughi è rimbalzato anche a margine della conferenza dei sindaci indetta dall’Asl sulla problematica della futura gestione dell’ex psichiatrico, presente anche il sindaco di Codogno Vincenzo Ceretti. La proposta è stata messa sul piatto dal sindaco di Sant’Angelo Lodigiano Domenico Crespi (responsabile del Distretto Asl dei comuni del Santangiolino), avallata dal responsabile del Distretto di Lodi Angelo Taravella: in caso di assenza di strutture pubbliche idonee, la ripartizione dei profughi sul territorio dovrebbe seguire il criterio della «proporzionalità». «Diciamolo fuori dai denti: la questione è scottante - così ieri Crespi -. Perché se ne trovano mille di persone che a parole sono tutte a favore dell’accoglienza, nei fatti però le cose poi cambiano, emergono le difficoltà, le puntualizzazioni. Perché lo straniero, checché se ne dica, è spesso visto come un intruso, la gente non sa se è un clandestino, un immigrato regolare, un profugo». Da qui la proposta del criterio di «proporzionalità» nella distribuzione sul territorio dei rifugiati. Ieri sera, sulla stessa questione, si è riunito anche il Distretto Codogno-Casale: in agenda ancora riflessioni a tema, anche in merito alla “mappatura” chiesta dalla Prefettura di eventuali strutture pubbliche di accoglienza nella Bassa. Nel frattempo, i sei profughi arrivati a Crespiatica con l’ultima ondata di rifugiati nel Lodigiano ed ospitati dalla comunità Famiglia Nuova, sono stati divisi in tre comunità sempre di Famiglia Nuova. Presto saranno di nuovo riuniti in un appartamento che si sta allestendo sempre nel comune di Crespiatica.

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